Fondo Famiglia Majno
Carteggio Ersilia Majno Bronzini, Unione Femminile, Comitato contro la tratta delle bianche, carteggio famiglia Majno, archivio Giuseppe Mentessi
Ersilia Bronzini e il marito Luigi Majno sono state figure-chiave nel panorama politico e culturale milanese tra Otto e Novecento. L’archivio è articolato in diversi fondi e comprende carte relative ai rapporti familiari, alla loro attività, alle istituzioni in cui hanno operato; uno dei fondi riguarda Giuseppe Mentessi, amico e collaboratore.
Nell’insieme si tratta di un vasto complesso documentario, di rilevanza primaria per lo studio della storia dell’assistenza sociale, del movimento socialista, del movimento di emancipazione femminile, del trattamento delle persone minorenni nei processi giudiziari.
Estremi cronologici
FEMB: 1822 – 1933 con prevalenza dei primi tre decenni del Novecento
FUF: 1877 – 1932 con seguiti oltre il 1933 e fino al 1949
FCTB: 1881 – 1937
Parte non inventariata: 1874 – 1949 con antecedenti al 1834 e seguiti al 1955
Consistenza
FEMB: pezzi 1 – 46 in bb. 36
FUF: pezzi 47 – 70 in bb. 24
FCTB: pezzi 71 – 77 in bb. 7
Descrizione del fondo
Il vastissimo complesso documentario comprende:
- il cosiddetto “Fondo Ersilia Majno” (FEMB), più propriamente “Carteggio di Ersilia Majno Bronzini”
- il cosiddetto “Fondo Unione Femminile” (FUF)
- il cosiddetto “Fondo Comitato contro la tratta delle bianche” (FCTB).
Tutte e tre le partizioni appartengono alla Sezione Ersilia Majno Bronzini.
Il complesso documentario conserva inoltre documentazione non inventariata di vari membri della famiglia Majno, e le carte del pittore Giuseppe Mentessi, ospite per lungo tempo della famiglia.
FEMB: comprende la corrispondenza di Ersilia Majno con membri della famiglia (con il marito Luigi, con il figlio Edoardo e la nuora Elda Bernstein, con i genitori Carolina Conterio e Michele Bronzini, con i fratelli Arturo, Edgardo e Virginia, con il cognato, i cugini e i nipoti Minoli) e varie personalità del mondo culturale, in particolare donne militanti nell’Unione Femminile e intellettuali italiane e straniere con cui entrò in rapporto (Bice Cammeo, Bambina Venegoni Arioli, Nina Rignano, Lucy Re Bartlett, Antonietta Giacomelli, Ernesta Bittanti Battisti, Andreina Costa, Ada Negri, Rina Faccio alias Sibilla Aleramo, Giuseppe Mentessi etc.).
Parte della documentazione è costituita da documenti e materiale a stampa riguardanti gli incarichi personali e l’attività svolta da Ersilia prima dell’istituzione dell’Unione Femminile e al di fuori di essa (a titolo d’esempio la Guardia ostetrica, l’Ospedale Maggiore e il Santa Corona, di cui fu consigliera, la Commissione per la riforma dei codici in relazione alla delinquenza minorile in vista della fondazione e dei riformatori e dei tribunali per i minori, della quale entrò a far parte chiamata dal Ministero di Grazia e Giustizia).
E’ presente un ricco carteggio con il pittore Giuseppe Mentessi.
Le carte nel complesso comprendono lettere, biglietti, cartoline postali, telegrammi, appunti, ritagli di giornale, agende, relazioni, elenchi, fotografie, resoconti, preventivi di spesa, circolari e volantini, opuscoli, statuti, resoconti.
FUF: comprende la documentazione riferibile all’Unione Femminile, per lo più prodotta durante la presidenza di Ersilia Majno Bronzini (1899 – 1907; 1913 – 1915), ma non esclusivamente. E’ costituita da lettere di convocazione, rendiconti amministrativi, corrispondenza, circolari, relazioni, verbali, atti, appunti, elenchi, ritagli di giornali, statistiche, opuscoli, volantini, inviti, commemorazioni, copialettere, periodici. Alcuni fascicoli contengono documentazione di varie sezioni dell’UFN in diverse città italiane.
La documentazione è costituita prevalentemente da carte che Ersilia Majno, in qualità di presidente, portava a casa per studio o lavoro. Integra e spessissimo sopperisce alla documentazione dell’Archivio storico dell’UFN, mancante o notevolmente lacunosa.
Una busta contiene documentazione dell’Associazione generale delle operaie, in cui Ersilia Majno fu presidente, promuovendo il rinnovamento dello Statuto.
FCTB: comprende documentazione riferibile al Comitato contro la Tratta delle bianche, di cui Ersilia Majno Bronzini fu presidente, costituita da corrispondenza, lettere, verbali, relazioni, bozze di statuto, ordini del giorno, circolari e volantini, relazioni, elenchi, ritagli di giornale, opuscoli e bollettini.
La documentazione si integra con altra esigua presente nell’Archivio storico dell’UFN.
Parte non inventariata: documentazione di vari membri della famiglia Majno (Luigi Majno senior, marito di Ersilia Majno Bronzini, le figlie Maria detta Mariuccia e Carlotta, il figlio Edoardo e sua moglie Elda Bernstein), costituita da cause giudiziarie, certificati, ritagli stampa, corrispondenza, relazioni, pubblicazioni, opuscoli, appunti, materiale di congressi, fotografie, regolamenti e statuti, biglietti, necrologi, quaderni di scuola, telegrammi, cartoline, pratiche legali, ricorsi, album di disegni, programmi teatrali, disegni anche infantili, schizzi, acqueforti, caricature, poesie e componimenti, pagelle, diari, estratti conto, conti e fatture, carte geografiche etc.
Soggetti produttori
Famiglia Majno (Milano, sec. XX – )
Famiglia milanese, particolarmente attiva in ambito sociale, fra cui si annoverano, oltre ad Ersilia Majno Bronzini (per cui cfr. più sotto), il marito Luigi Majno senior, (Gallarate, 21 giugno 1952 – Milano, 9 gennaio 1915), avvocato, penalista e giurista, professore di diritto e procedura penale presso l’Università di Pavia.
Militante socialista, amico di Filippo Turati che difese dopo l’arresto in seguito ai fatti di Milano del 1898, fu eletto in Parlamento nel 1900 per la XXI legislatura, dove sedette tra le file socialiste fino al 1904. Ricoprì inoltre la carica di assessore alla Pubblica istruzione del comune di Milano.
Fu, fra l’altro, presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano, della Società Umanitaria, che contribuì a fondare, e rettore dell’Università Bocconi.
A lui si deve un importante Commento al codice penale italiano (1890 – 1894, riedito con aggiornamenti successivi).
Ersilia Bronzini e Luigi Majno ebbero Carlotta (1884 – 1905), Edoardo (1886 – 1955) e Maria, detta Mariuccia (1888 – 1901).
Edoardo, avvocato e presidente dell’Asilo Mariuccia dopo la morte della madre Ersilia, sposò Elda Bernstein, da cui ebbe Luigi junior, che assunse a sua volta, dopo la morte del padre, la presidenza dell’Asilo Mariuccia.
[Per Luigi Majno senior si veda in particolare:
http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-majno_%28Dizionario-Biografico%29/
(risorsa web verificata il 27 aprile 2014), che riporta la voce dedicata a Luigi Majno nel Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 67 (2007), curata da Simona Trombetta. La voce cita tra le fonti la documentazione conservata presso l’UFN]
Ersilia Majno Bronzini (Milano, 1859 – Milano, 1933)
Esperta di assistenza sociale ed emancipazionista
Nata nel 1859, a motivo delle condizioni economiche della famiglia – che imposero di privilegiare i soli figli maschi nel conseguimento della laurea – dovette interrompere gli studi appena terminate le scuole primarie. Proseguì comunque gli studi aiutata dal fratello Arturo (1). Sposò nel 1883 l’avvocato Luigi Majno, deputato socialista dal 1900 al 1904, da cui ebbe tre figli (Carlotta, Edoardo e Mariuccia). Dedicatasi all’attività assistenziale e sociale fin dagli ultimi anni del secolo XIX, si occupò dell’organizzazione e della sensibilizzazione del proletariato femminile, assieme ad altre figure femminili di spicco, quali Linda Malnati, Carlotta Clerici e Alessandrina Ravizza. Nel 1894 con Edvige Vonwiller si iscrisse all’Associazione generale di Mutuo soccorso e d’istruzione delle operaie, fondata da Laura Solera Mantegazza. L’esperienza in questa Associazione, insieme all’impegno nella Guardia Ostetrica di Milano istituita nel 1887 da un gruppo di giovani medici (2), la portò ad elaborare il progetto di fondazione dell’Unione Femminile, che fu definitivamente costituita alla fine del 1899 ed eretta nel 1905 in Società cooperativa, con la denominazione – voluta da Ersilia – di Unione Femminile Nazionale (in seguito alla nascita di varie sezioni in tutta Italia).
Nel 1901 Ersilia Majno assunse la presidenza della sezione milanese del Comitato italiano contro la Tratta delle bianche, ospitata dall’Unione Femminile, e nel 1908 ne assunse la presidenza nazionale, trasferendone la sede da Roma a Milano.
Nel 1902 era sorto intanto per sua iniziativa l’Asilo Mariuccia, dedicato alla memoria della figlia, morta nel 1901 di difterite all’età di tredici anni. Nello stesso anno Ersilia si adoperò anche per la fondazione – assieme al pittore Giuseppe Mentessi – del ricreatorio La Fraterna, in seguito allo sciopero delle piccole apprendiste sarte, modiste e stiratrici – le piscinine – sciopero indetto dalla Camera del Lavoro e sostenuto fermamente dall’Unione Femminile. La Fraterna ebbe sede presso l’Unione Femminile.
Sfruttando le possibilità offerte dalla legge del 17 luglio 1890 – cd. legge Crispi sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – e in seguito ad una accesa campagna promossa dall’Unione Femminile per promuovere l’ingresso delle donne nei consigli di amministrazione delle Opere pie, Ersilia Majno entrò a far parte nel 1900 dell’amministrazione delle Opere pie cittadine (Ospedale Maggiore e Santa Corona). Elaborò in questa occasione un progetto per le scuole per infermiere, ripreso e attuato nel 1917 dall’amministrazione ospedaliera. Nel 1906 intervenne in rappresentanza dell’UFN e del Comitato contro la Tratta delle bianche al VI Congresso giuridico, tenutosi a Milano, proponendo una serie di riforme legislative, accolte all’unanimità.
Partecipò negli anni successivi a vari congressi. Nel 1914 iniziò un’opera di sensibilizzazione e di appoggio alla proposta dell’on. Meda sulla ricerca della paternità, in virtù della quale nel 1916 il progetto di legge per l’assistenza agli orfani di guerra poté comprendere anche i figli naturali.
Nel 1915, anno della morte del marito, iniziò a distaccarsi dall’UFN, dimettendosi dal consiglio. Continuò comunque a prestare la propria attività in diverse istituzioni assistenziali.
Nell’aprile del 1920, per dissensi con la linea di condotta del consiglio dell’UFN, si allontanò definitivamente dall’istituzione che aveva contribuito a creare, rinunciando anche ad esserne socia, e dedicandosi successivamente per lo più al Comitato contro la Tratta delle bianche e all’Asilo Mariuccia.
Nel 1923, ancora segretaria per l’Italia del Comitato contro la Tratta delle bianche e dei fanciulli patrocinato dalla Società delle Nazioni, organizzò il III Congresso nazionale contro la Tratta delle bianche, presentando un’ampia relazione su quanto svolto in Lombardia. Si ritirò in quegli anni gradualmente dall’attività pubblica, anche per non appoggiare indirettamente il regime fascista.
Morì a Milano nel 1933.
(2) Opera Pia Guardia Ostetrica di Milano, Cenni storici e statistici, in FEMB B22 F1 (lo scrivo per noi)
Giuseppe Mentessi
(Ferrara, 29 settembre 1857 – Milano, 14 giugno 1931)
Pittore. Nacque a Ferrara da genitori di modeste condizioni. Alla morte del padre nel 1864 avviò la propria formazione artistica frequentando dal 1870 al 1872 la scuola d’ornato del Civico Ateneo ferrarese, insieme con Gaetano Previati.
Tra il 1872 e il 1876 studiò presso l’Accademia di belle arti di Padova. Il talento e l’impegno gli valsero i sussidi del Comune e dell’amministrazione provinciale di Ferrara, grazie a cui potè proseguire gli studi presso la Regia Accademia di Parma.
Nel 1877 Mentessi si trasferì a Milano per proseguire gli studi presso l’Accademia di Brera, dove si iscrisse alla scuola di prospettiva e l’anno successivo vinse una medaglia d’argento.
Suoi compagni di studio furono, oltre a Previati, che lo introdusse nell’ambiente della scapigliatura milanese, Emilio Longoni e Giovanni Segantini.
Nel 1880 fu nominato assistente di Luca Beltrami, sempre presso l’Accademia, negli insegnamenti di disegno architettonico e di geometria elementare.
Nel 1886 realizzò le decorazioni, oggi perdute, per la facciata del palazzo della Permanente progettato da Beltrami, con il quale pubblicò l’anno seguente il suo primo testo di carattere didattico dal titolo Raccolta di motivi decorativi per l’insegnamento del chiaroscuro nelle scuole (Milano 1887). Nel 1887 gli fu affidata la cattedra di paesaggio presso la scuola di prospettiva di Brera.
La svolta verso una pittura di contenuto sociale e la sua adesione alla tecnica divisionista si ebbero nel 1891. Nello stesso periodo si avvicinava al socialismo umanitario di Filippo Turati, iniziando a frequentare l’avvocato Luigi Majno, legale di Turati, e la moglie Ersilia Bronzini, con i quali ebbe uno stretto legame fino alla morte.
Dal 1902 fu chiamato a dirigere la Scuola festiva di disegno professionale per le piscinine, giovani operaie apprendiste, presso l’Unione Femminile, istituzione milanese di cui fu tra i fondatori nel 1899 assieme ad Ersilia Majno Bronzini.
Nel 1907 succedette a Ferrario come titolare dell’insegnamento di prospettiva e scenografia a Brera, incarico che ricoprì fino al 1923.
Alla sua visione dell’insegnamento come missione umanitaria si devono l’istituzione all’interno dell’Accademia di corsi professionali di disegno aperti a operai, orfani, mutilati di guerra e sartine.
Negli anni della Prima guerra mondiale dipinse una serie di opere ispirate al conflitto, presentate alle rassegne a tema organizzate dalla Permanente milanese.
In seguito al suo pensionamento, gli fu conferita nel giugno del 1924 la medaglia d’oro di benemerito dell’istruzione, cui seguì la nomina a professore emerito della Reale Accademia di belle arti di Milano.
Sue ultime opere furono, nel 1930, fra le altre, le pitture murali per il refettorio dell’Asilo Mariuccia di Milano, istituzione benefica fondata da Ersilia Majno Bronzini.
Morì a Milano il 14 giugno 1931.
Comitato italiano contro la tratta delle bianche. Sezione di Milano
poi Comitato italiano contro la tratta delle donne e dei fanciulli
(Milano, 1901 – ?)
La sezione milanese del Comitato Italiano contro la Tratta delle Bianche si costituì il 16 dicembre 1901, dopo una conferenza tenuta nel novembre dello stesso anno da Berta Turin presso l’Unione Femminile.
Il Comitato, nato a imitazione di iniziative già presenti e attive in altri paesi europei – operava per la lotta contro la prostituzione e per l’ottenimento di un’adeguata legislazione di tutela e di contrasto. L’organismo combatteva in particolare il traffico nazionale (ma anche internazionale) di ragazze spesso minorenni (la cosiddetta tratta delle bianche), avviate alla prostituzione con l’inganno, e si adoperava per il recupero delle giovani che volessero uscire dal giro della prostituzione.
La sezione milanese del Comitato, di cui fu presidente Ersilia Majno fin dalla costituzione, era ospitata presso la sede dell’Unione Femminile.
Ebbe dapprima carattere locale, poiché le funzioni di comitato nazionale erano state assunte dal Comitato romano, precedentemente costituito. Con lo scioglimento di quest’ultimo, le funzioni di comitato nazionale furono assunte – a partire dal maggio 1908 e previa intesa con l’International Bureau for the suppression of the White Slave traffic di Londra – dal Comitato di Milano.
Gli scopi che il Comitato si proponeva erano, in accordo con i principi che lo avevano ispirato:
- impedire che con l’inganno o per coercizione le fanciulle fossero indotte alla malavita;
- dare assistenza a quante “per miseria o per malvagità, incoscienza, cattivi esempi o maltrattamenti dei genitori fossero pericolanti”;
- fornire aiuto morale e materiale a quante desiderassero tornare ad una “vita onesta”;
- promuovere inchieste, denunce, assumere informazioni, “provocare provvedimenti intorno ai casi di tratta, corruzione, o seduzione che venisse a conoscere”;
- “risvegliare l’attenzione specialmente della gioventù intorno al grave problema della vita sessuale, anche per mezzo di pubblicazioni, lezioni, conferenze, ecc.”.
Uno dei primi atti del Comitato dopo la fondazione fu l’istituzione in Milano di un ufficio per raccogliere informazioni, denunce o assistere le vittime che si rivolgessero per un aiuto.
Al Comitato contro la tratta delle bianche è collegata inoltre l’istituzione e l’attività dell’Asilo Mariuccia, sorto a Milano ad opera della stessa Majno nel 1902, “espressamente concepito per l’educazione e il recupero delle minorenni avviate sulla strada della prostituzione all’interno di una struttura laica e moderna nei principi di intervento adottati.” (introd. inventario Miola)
Il Comitato milanese allegava il proprio bollettino informativo al periodico dell’Unione Femminile, assieme ai supplementi Schiave bianche e Alle fanciulle.
Pubblicato il: 15 Giu, 2015. Aggiornato il 04/04/2021
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