Archivi

L’Unione Femminile Nazionale (UFN) conserva un ricco patrimonio documentario, prodotto nel corso della propria attività istituzionale o pervenuto e acquisito a vario titolo, in particolare a partire dagli anni Novanta del secolo scorso.

Si distinguono:

  1. le fonti prime e più rilevanti dell’Unione Femminile, costituite
  • dall’archivio dell’istituzione (cui si aggiunge la piccola raccolta nota come Dono Giovanardi, comprendente fotografie degli anni Dieci della sede dell’UFN o relative a varie attività dell’istituzione);
  • dall’archivio della famiglia Majno e in particolare dalla sezione prodotta da Ersilia Majno Bronzini o ad essa collegata (carteggio personale, carte relative alla propria attività in seno all’Unione Femminile e al Comitato contro la tratta delle bianche, con sede presso l’Unione durante la presidenza di Ersilia Majno);
  1. archivi di personalità già legate a vario titolo all’Unione Femminile, fra cui le carte di
  • Matilde Bassani Finzi, sessuologa e terapeuta della famiglia, vicepresidente dell’UFN;
  • Adele e Bianca Ceva, insegnanti e antifasciste, partigiane, socie e collaboratrici dell’UFN;
  • Anna Del Bo Boffino, giornalista e scrittrice, consigliera dell’UFN;
  • Luisa Mattioli Peroni, avvocata, presidente dell’UFN;
  1. archivi di personalità, di riviste e di associazioni importanti per la storia delle donne, fra

cui

  • Thea Dalla Cola, socia dell’UFN e presidente della Consulta Femminile Interassociativa di Milano;
  1. altri fondi archivistici o miscellanee, quali
  • il fondo ABC, prodotto dalla Cooperativa cucine popolari e ristoratori economici, poi ABC

Cooperativa per Ristoratori a Prezzi Fissi, dove ricoprì un ruolo importante Clara Roghi Taidelli, presidente dell’UFN;

  • l’archivio della Scuola dei genitori, con sede per gran parte del proprio periodo di attività presso l’UFN.

Fin dagli ultimi anni della presidenza di Luisa Mattioli Peroni (1984 – 1986; 1988 – 1993) l’UFN riscopriva e iniziava a valorizzare il proprio archivio storico, ossia le carte prodotte prima della cesura istituzionale costituita dalla chiusura decretata dal regime fascista nel gennaio 1939.

Sotto la presidenza della storica Annarita Buttafuoco (1993 – 1999) all’attività sociale, per cui l’Unione Femminile era sorta tanti anni prima, si venne affiancando un’intensa attività di recupero e studio di fondi archivistici importanti per la ricostruzione della storia delle donne.

A quegli anni risalgono in particolare:

  • l’acquisizione dell’importante archivio della famiglia Majno, da sempre legata all’Unione Femminile, contenente fra l’altro i cospicui carteggi di Ersilia Majno Bronzini, figura di rilievo per la storia dell’assistenzialismo e tra le fondatrici della stessa Unione;
  • l’acquisizione da Firenze delle carte di Ada Sacchi Simonetta e di Maria Sacerdotti Simonetta, fonte preziosa per la storia delle associazioni femminili di cui Ada Sacchi e Maria Sacerdotti furono presidenti a livello centrale o locale (Mantova, Firenze).

L’acquisizione e la valorizzazione delle carte “femminili” continuarono negli anni successivi con una specifica attenzione al recupero degli archivi di donne che diedero un contributo importante all’istituzione nel corso della sua lunga storia.

Risale agli ultimi anni in particolare l’accoglimento delle carte delle due sorelle antifasciste Adele e Bianca Ceva, socie fin dagli anni Venti e collaboratrici per molto tempo dell’UFN.

Nel giugno 1998 il patrimonio archivistico dell’ente è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia. 

I fondi archivistici conservati presso l’UFN sono oggetto di interventi di schedatura, riordino e inventariazione, di incrementi mirati attraverso nuove acquisizioni, nonché di operazioni volte alla valorizzazione delle carte e della memoria storica in esse custodita (attività di studio, mostre, didattica).

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