Fondo DWF – Donna woman femme
Fondata nel 1975, DWF è stata la prima rivista italiana a coniugare in modo sistematico teoria femminista e storiografica, avvalendosi di una rete internazionale di collaborazioni. Oltre alla documentazione inerente al periodico, il fondo comprende anche carte relative alla Cooperativa editrice Utopia e al Centro studi DWF, che per molti anni furono intrecciati alla vita stessa della rivista.
Estremi cronologici
1974 – 2003
Consistenza
bb. 23, audiocassette 90, videocassetta Vhs 1, plichi di riproduzioni fotografiche 4
Descrizione del fondo
Il fondo conserva documentazione relativa alla vita della rivista DWF a partire dalla sua fondazione; carte amministrative della Cooperativa editrice Utopia; documentazione del Centro Studi DWF.
Sono presenti in particolare: carteggio inerente all’idea e allo sviluppo progettuale della rivista DWF, corrispondenza fra le redattrici, con le collaboratrici, lettori e lettrici, editori; documentazione relativa alle cariche sociali e all’assemblea dei soci della Cooperativa Utopia, carte amministrative inerenti alla gestione del periodico, richieste di finanziamento, contabilità, carteggio attinente alla stampa e alla distribuzione, fatture, dati sulla diffusione della rivista, schedario degli abbonamenti; statuto del Centro DWF, verbali delle assemblee delle socie, convocazioni e bilanci, carteggio amministrativo, documentazione in merito a varie iniziative e convegni organizzati dal Centro Studi DWF; rassegne stampa, opuscoli, inviti, abbonamenti, registrazioni audio di incontri, riproduzioni fotografiche.
La documentazione è per lo più compresa fra il 1975 e il 1988. Degli anni successivi risultano presenti solo poche carte.
Soggetti produttori
DWF – Donna Woman Femme
(Roma, 1975 – )
Periodico. La prima rivista di studi internazionali sulle donne pubblicata in Italia, fondata a Roma nel 1975, tuttora attiva. Ospita contributi relativi al pensiero politico e alla cultura delle donne in Italia e nel mondo.
Attualmente trimestrale a diffusione nazionale, edito dall’Associazione Utopia, proprietaria della testata.
Il progetto di rivista prese forma nel 1974 da un’idea di Tilde Capomazza ed Annarita Buttafuoco, sollecitate dalla lettura del libro di Ida Magli La donna: un problema aperto.
Il titolo dato al periodico evidenziava l’apertura verso ciò che accadeva anche fuori dai confini nazionali.
Nel gruppo della redazione entrarono a far parte, oltre alle due ideatrici della rivista e accanto a Ida Magli, Maria Teresa Morreale, Maria Grazia Paolini, Dora Stiefelmeier e Ginevra Conti Odorisio.
Il primo numero uscì nell’ottobre del 1975 con l’editore Bulzoni. Con l’elaborazione del secondo numero, tuttavia, a motivo di divergenze inconciliabili sul piano politico tra Ida Magli e il resto della redazione, la Magli chiese ed ottenne da Bulzoni che la rivista non venisse più pubblicata.
Grazie tuttavia ad una trattativa con l’editore si ebbe il prolungamento delle pubblicazioni fino al quarto numero.
Dal numero di ottobre-dicembre 1976 la rivista cambiò il nome in NuovaDWF Donna Woman Femme. Il primo numero della nuova serie fu pubblicato in proprio.
A partire dal secondo numero (gennaio-marzo 1977), subentrò la casa editrice Coines, che pubblicò la rivista fino al quinto numero dell’anno 1977. Successivamente anche il rapporto con Coines si chiuse.
Fu presa a questo punto la decisione di costituirsi in cooperativa e pubblicare in proprio la rivista. La cooperativa, formalizzata nel 1978, prese il nome di Cooperativa Utopia.
In redazione giunsero Gemma Luzzi e Rosaria Micela.
Nel 1980 divenne direttrice responsabile Annarita Buttafuoco, dopo un periodo di effettiva direzione.
L’anno successivo la rivista usciva con un titolo significativo: Il luogo delle ipotesi. Femminismo e conoscenze. L’editoriale ne descriveva in modo preciso il senso, collocando le vicende interne al gruppo redazionale nella generalizzata crisi del movimento femminista inteso come movimento di massa.
La redazione, rinnovata, era composta da Silvia Costantini, Donata Lodi, Maricla Tagliaferri, Gabriella Turnaturi e Annarita Buttafuoco, direttrice responsabile.
Altra novità introdotta nel nuovo ciclo della rivista fu la formalizzazione di un corposo comitato di consulenza, con il compito di partecipare all’elaborazione del contenuto della rivista e alla gestione dei problemi amministrativo-burocratici.
La redazione, cui si aggiunse Rosanna De Longis nel 1982, produsse la rivista fino al numero 22 del medesimo anno. Subito dopo si aprì un altro periodo di crisi, nel quale le pubblicazioni cessarono, per riprendere solo nel 1985, con i numeri 23/24 e 25/26.
In quell’arco di tempo si ebbe anche il passaggio di proprietà della testata dal gruppo delle sue fondatrici alla cooperativa, formalizzato nel 1984.
La fase di transizione diede luogo al rinnovamento dell’intero progetto editoriale. Fu deciso fra l’altro di avviare un’attività editoriale più ampia con la creazione di diverse collane.
Il primo numero della nuova serie, rinnovata anche nel formato e nella grafica, uscì nella primavera del 1986.
La rivista ha avuto 3 serie:
- la prima dal 1975 al 1976 con il sottotitolo Rivista internazionale di studi antropologici storici e sociali sulla donna;
- la seconda dal 1976 al 1985 con il nome Nuova DWF. Donna Woman Femme. Quaderni di studi internazionali sulla donna;
- la terza dal 1986 -. con il titolo donnawomenfemme.
Cooperativa Utopia (poi Associazione Utopia)
(Roma, 1978 – )
Cooperativa sorta a Roma nel 1978 per iniziativa del gruppo redazionale della rivista DWF, allo scopo di produrre in proprio la rivista.
Alla cooperativa aderirono le redattrici allora attive, fra cui Tilde Capomazza e Annarita Buttafuoco, e alcune amiche.
Il 6 febbraio 1984 fu ceduta alla cooperativa dalle effettive proprietarie (Buttafuoco, Capomazza, Luzzi, Morreale, Scarcia, Stiefelmeier, Westoby) la proprietà della testata DFW.
Centro Studi DWF
(Roma, 1977 – 2005)
Centro di studio e documentazione sorto con l’intento di dare alle donne un luogo d’incontro e la possibilità di consultare libri e materiali prodotti dalla rivista DWF, nonché con lo scopo di promuovere varie iniziative.
Nato come “filiazione della rivista”, con cui in una prima fase “ebbe rapporti di scambio e collaborazione molto stretti e quasi una relazione di identità per quanto riguardava il suo gruppo dirigente e le linee di intervento politico-culturali”, progressivamente assunse autonomia – anche a motivo delle vicende interne alla redazione della rivista.
Il Centro Studi DWF ha svolto “attività di ricerca e di divulgazione, occupandosi dei problemi legati alla didattica e alla trasmissione della cultura delle donne, del rapporto tra scrittura e lettura, di storia delle donne, organizzando a tale scopo incontri, gruppi di studio, conferenze, presentazioni di libri”. (http://www.retelilith.it/centri/docs/dwf.htm#cs risorsa web verificata il 27 aprile 2014)
L’attività del Centro risulta cessata nel 2005.
Fonti utilizzate per la redazione della scheda
Le notizie sulla rivista DWF, sulla Cooperativa Utopia e sul Centro Studi DWF sono tratte dall’introduzione alla bozza di inventario curata da E. Cirant. Notizie non aggiornate sul Centro Studi DWF si possono trovare all’indirizzo http://www.retelilith.it/centri/docs/dwf.htm#cs)
Bibliografia
Paola Masi, L’esperienza di DWF, in: Donne a Roma: Ruoli sociali, presenze pubbliche e vite private ; Fonti femminili e fonti maschili nella storia di genere: metodologie ed esperienze, Cangemi, Roma, 2000-2001 (Atti del Convegno 1-2 dic. 1999 e del Seminario 6 feb. 2001)
Rosanna De Longis, Tra femminismo e storiografia: i primi anni di «DWF», in: Maura Palazzi e Ilaria Porciani (a cura di), Storiche di ieri e di oggi. Dalle autrici dell’Ottocento alle riviste distoria delle donne, Viella, Roma, 2004 L’articolo utilizza ampiamente la documentazione conservata in UFN.
Anna Rossi-Doria (a cura di), Annarita Buttafuoco. Ritratto di una storica, Jouvence, Roma, 2001
Piera Codognotto, Francesca Moccagatta, Editoria femminista in Italia, Associazione italiana biblioteche, Roma , 1997
Informazioni per l'accesso
Per consultare i fondi archivistici è necessario prendere appuntamento al numero di telefono 02 6599190 oppure con una mail a segreteria@unionefemminile.it.
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