Fondi speciali della biblioteca

 ​Una serie di donazioni, sia da persone che da organizzazioni, è venuta nel tempo ad incrementare il patrimonio della biblioteca. Si tratta di fondi bibliografici oppure di fondi misti, archivistici e bibliografici.

Qui trovate sintetici profili biografici delle persone e di schede delle organizzazioni di cui abbiamo ricevuto i libri, per volontà loro o degli eredi. Si tratta di descrizioni sommarie che servono a dare l’idea degli argomenti prevalenti in ciascuno dei fondi speciali.

 

Maria Attanasio

Catania, 1954 – Milano, 1995. Giornalista e curatrice editoriale.

Laureata in Lettere moderne a Catania, si trasferisce a Milano nel novembre del 1981 con una borsa di studio per l’avviamento alla professione giornalistica. Lavora per l’agenzia di stampa Ansa dal 1981 al 1989, anno dal quale inizia a collaborare con “Il Manifesto”, occupandosi prevalentemente di recensioni di narrativa. Come consulente editoriale della collana “Astrea” della Giunti, seleziona i testi per le Agende Astrea del 1991 (il tempo), 1992 (donne americane), 1993 (legami d’amore e d’altro). Risale a questo periodo la sua collaborazione con la rivista “Lapis”. Nel 1992 entra nel comitato di gestione della Libera Università e organizza un ciclo di incontri su “Le vicende del corpo nella ricerca delle donne” in collaborazione con l’Unione femminile nazionale, di cui entra a far parte del Consiglio d’amministrazione nell’anno successivo. Muore precocemente nel 1995. Per volontà e con il supporto finanziario di Franco Andrietti, compagno di Maria, gli Archivi riuniti delle donne, la Libera università delle donne e l’Unione femminile nazionale le hanno dedicato un premio dedicato allo studio delle scrittrici e della letteratura femminile che è proseguito per quattro edizioni. Profilo biografico e scritti a lei dedicati si trovano su questo numero della rivista Lapis.

Maria Teresa Bellenzier

Roma, 1928 – Genova, 2008. Teologa e scrittrice.

Laureata in Pedagogia alla Facoltà di Magistero, negli anni Sessanta è presidente della
sezione romana della FUCI (Federazione cattolica universitaria italiana) e
vicepresidente della UDACI (Unione donne azione cattolica italiana). Negli
stessi anni è assunta in RAI al Servizio ricerche e sperimentazioni.
Giornalista pubblicista e autrice di libri sulla storia delle donne cattoliche,
è tra le promotrici della associazione Progetto Donna, componente della
Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza Episcopale
Italiana. È stata inoltre socia del Coordinamento delle Teologhe italiane che,
per la prima volta in Italia, riunisce studiose e ricercatrici con un approccio
di genere, multidisciplinare ed ecumenico alle teologie.

Rosa Bernocchi in Nisi

Milano, 1924 – 2009. Esperta di assistenza sociale.

È stata allieva di Paolina Tarugi, socia dell’Unione femminile dagli anni Venti e redattrice della rivista «Voce Nuova», una delle pioniere in Italia del lavoro di
assistente sociale e tra le organizzatrici della scuola Unsas che, fondata nell’immediato dopoguerra, è la prima istituzione pubblica per la formazione
professionale in questo settore. Dopo il diploma inizia a lavorare come assistente sociale per enti pubblici e privati (E.C.A., Ufficio ausiliario del Tribunale dei minorenni, Villaggio della madre e del fanciullo, Centro di tutela minorile, Rinascita sociale). Nei primi anni Cinquanta collabora con Dino Origlia, psicanalista, ad organizzare il primo consultorio psicopedagogico del Comune di Milano. Della scuola Unsas Rosa Bernocchi è stata insegnante dal 1961 e direttrice dal 1968. Dal 1971 al 1980 dirige i Corsi civici serali della Scuola per operatori sociali dell’Umanitaria. Dal 1973 al 1984 è docente di
lettere nei corsi delle 150 ore. È consigliera di amministrazione della Fondazione Asilo Mariuccia Onlus sino al 2006. Dal 1991 fino al 2005 è
consigliera di amministrazione dell’Unione femminile nazionale dove, tra le prime in Italia, avvia e conduce gruppi di auto-mutuo aiuto per familiari
malati di Alzheimer.

Franca Rigamonti in Berrini

1928 – 2022

Fu preside della dell’infanzia Serbelloni, a Taino (Varese), socia attiva dell’Anpi e dell’Associazione Casa Rosa. Il marito, Tulio Berrini, è stato sindaco di Taino dal 1975 al 1993. Curatrice di volumi sulla storia locale di Taino, insieme al marito è stata l’artefice del Parco di Giò Pomodoro. All’Unione femminile nazionale ha donato la sua raccolta di libri sul femminismo.

Anna Boffino in Del Bo

Milano 1925 – 1997. Giornalista e scrittrice.

Staffetta partigiana negli anni della Resistenza, si è laureata in Filosofia come allieva di Antonio Banfi. Giornalista e scrittrice, ha raccontato la soggettività
femminile con attenzione particolare alla sfera sessuale e sentimentale, indagandola in rapporto ai cambiamenti del ruolo sociale. La libertà sessuale, la
contraccezione, il divorzio e l’aborto, la parità nel lavoro, la condivisione dei ruoli in famiglia sono altrettanti temi dei suoi articoli, dei suoi libri e
delle rubriche di corrispondenza con lettori e lettrici di periodici. Dopo aver iniziato a collaborare con «L’Unità» entra, nel ’68, a far parte della
redazione di «Due più. Noi due più i nostri figli», il primo rotocalco mensile che intende parla laicamente di sesso e di educazione sessuale. Sarà poi redattrice di «Amica». Negli anni Ottanta è consigliera comunale del Partito comunista, dal 1985 al 1990 della Provincia di Milano e dal 1991 al 1997 è nel consiglio di amministrazione dell’Unione femminile nazionale.

Anna Chiodi

Milano, 6 Aprile 1959 – 29 Gennaio 2018. Attivista lesbica femminista, pediatra.

Si laurea in Medicina all’Università degli Studi di Milano con specializzazione in pediatria. Svolge la sua professione con grande passione fino alla morte sopravvenuta prematuramente per un cancro metastatico al seno.
Si avvicina fin da giovane al movimento lesbico milanese e nel 2005 si iscrive al circolo ArciLesbica Zami di Milano dove svolge un attivismo paziente e costante, specialmente nel Gruppo Accoglienza, da lei fondato, che coordina per più di dieci anni, accogliendo con calore decine di donne che si avvicinano per la prima volta alla comunità lesbica. Pur già gravemente malata, ha sostenuto con forza la mozione radicale A mali estremi lesbiche estreme all’ottavo congresso di ArciLesbica, in accordo con le sue convinzioni femministe e anticapitaliste.
Antifascista e antirazzista di formazione, partecipa dal 2015 alle Marce dei Nuovi Desaparecidos organizzate da Milano senza Frontiere. Appassionata di libri, per anni è volontaria presso la Libreria delle Donne di Milano, del cui femminismo è profondamente nutrita. Ha amato il mare e la natura, le piaceva osservare il comportamento in natura degli animali. Riservata, acuta, caparbia, credeva nella scienza e le si è affidata con tutta se stessa.
(Scheda biografica a cura di Cristina Gramolini)

Consiglio nazionale delle donne italiane

Il CNDI, Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, è “una federazione di associazioni femminili e miste impegnate per il miglioramento della condizione sociale delle donne, aperto a donne di ogni idea politica e di ogni religione”. Fondato nel 1903 intorno alla organizzazione del Primo congresso nazionale delle donne italiane del 1908, sciolto nel periodo fascista, il CNDI è ricostituito nel 1944. Il fondo bibliografico donato alla biblioteca comprende una vasta quantità di opuscoli e miscellanea relativi in particolare alle politiche istituzionali (sia nazionali che europee) di attuazione dei diritti sociali, civili e politici declinati sullo specifico della condizione delle donne.

Lydia De Grada in Treccani

San Gimignano, 1920 – Milano, 2009. Amministratrice pubblica e giornalista.

Di famiglia antifascista e con una formazione in Belle arti, Lydia è tra le prime collaboratrici del periodico «Noi donne», organo di stampa dell’Udi (Unione donne italiane, collegata all’esperienza partigiana dei Gruppi di difesa della

donna), di cui è stata militante e dirigente. Negli anni Cinquanta e Sessanta Lydia ha ricoperto incarichi nella pubblica amministrazione di Milano. Dal 1970 al 1983 è stata Assessora alla scuola e ai servizi sociali per il Comune di Rozzano, in provincia di Milano, dove è stata molto attiva nel creare e rafforzare la rete di servizi sociali e educativi rivolti all’infanzia e alle
giovani generazioni. Oltre a «Noi donne» è stata redattrice de Il «Giornale dei Genitori» per tutto il periodo della sua pubblicazione (1968-1985).

Dina Eroli

Dina Eroli è stata presidente dell Y.W.C.A. – U.C.D.G. Unione Cristiana delle Giovani, associazione valdese fondata a Torino nel 1894 (a Milano nel 1896) che ha come obiettivi il contrasto alle discriminazioni di razza, di sesso e di religione, e la promozione dei diritti umani. È stata inoltre presidente prima della Consulta
femminile di Milano, poi vicepresidente della Consulta nazionale, e nel direttivo del Cndi.

Mariella Gambino in Loriga

Roma, 1920 – Milano, 2006. Psicoanalista.

Nell’immediato dopoguerra si forma alla scuola psicoanalitica Jung Institut di Zurigo, iniziando contemporaneamente l’analisi personale. Si specializza poi in psichiatria infantile e diventa una delle prime analiste infantili in Italia. Negli anni Cinquanta è direttrice dell’asilo-nido aziendale di Villa Casana voluto da Adriano Olivetti e fondato da Luciana Nissim Momigliano. Qui introduce il metodo montessoriano, coadiuvata da Elena Belotti, giovane maestra e futura
autrice del libro Dalla parte delle bambine. Sarà poi organizzatrice di servizi sociali per l’infanzia della società Italsider a Genova, giudice onorario (giudice civilista e penalista) del Tribunale per i minorenni di Milano. Nel 1961 è tra i fondatori e le fondatrici della sezione milanese dell’Associazione di psicologia analitica e, nel 1970, del Centro di Psicologia clinica di Milano. Attiva nel movimento femminista degli anni Settanta, raccoglie intorno a sé un gruppo terapeutico di sole pazienti donne, già impegnate nel movimento e desiderose di sviscerare i nodi emersi nella pratica dell’autocoscienza. Nella primavera del 1979
partecipa a una serie di trasmissioni a Radiotre sul tema “Donne e psicoanalisi”, nell’ambito del programma ideato e condotto da Licia Conte Noi, voi, loro, donna. Il fondo include una raccolta di miscellanea (opuscoli, riviste, ciclostilati,
volantini) su femminismo e condizione femminile in Italia, Francia, Stati Uniti dal 1955 al 1997.

Giuliana Gadola in Beltrami e in Veneziani

Milano, 1915 – 2005. Partigiana e scrittrice.

L’antifascismo vissuto da Giuliana sul piano familiare e culturale negli anni di regime diviene, con la Resistenza, scelta di militanza condivisa con il marito Filippo Beltrami, capitano di brigata in Val d’Ossola ucciso in uno scontro a fuoco con i nazisti.
Il capitano è il titolo della biografia del marito, pubblicata da Giuliana nel 1946. Nel 1953 aderisce al Movimento di Unità Popolare e nel 1964 al Partito socialista italiano, corrente Lombardiana, nel quale conduce la battaglia per la legalizzazione dell’aborto.
Come presidente della associazione UGISS (Unione genitori e insegnanti Scuole Statali) collabora con la Scuola dei genitori di Milano a sostegno della scuola pubblica. Negli anni Settanta si iscrive all’ANPI (Associazione nazionale partigiani in Italia) dove si rende conto che mancano sia la consapevolezza del ruolo avuto dalle donne durante la Resistenza, che l’attenzione agli argomenti politici portati in evidenza dal movimento femminista. Con Nori Pesce, Mirella Alloisio ed altre compagne dell’ANPI costituiscono il Coordinamento femminile nazionale, che promuove il convegno L’altra metà della Resistenza, il primo sull’argomento, i cui contenuti sono pubblicati da Mazzotta. È autrice di Volontarie della libertà, 1982 (in collaborazione con M. Alloisio), la prima storia generale delle donne nella Resistenza.

Luigi Majno / Villaggio della madre e del fanciullo

I volumi sono appartenuti alla biblioteca di Luigi Majno ed Ersilia Bronzini, che il figlio Edoardo aveva donato a Elda Mazzocchi Scarzella, fondatrice del Villaggio della madre e del fanciullo, in nome dell’amicizia e della collaborazione che correva tra loro e che, dopo parecchi decenni, il Villaggio ha donato alla nostra biblioteca includendone anche di propri. Include documentazione utile per lo studio del sistema giudiziario, in particolare legato alla condizione minorile, e per lo studio delle correnti pedagogiche progressiste.
Su parecchi volumi è presente un ex libris raffigurante, sotto il nome di Luigi Majno, una bambina che legge. È Carlotta, figlia di Luigi ed Ersilia, ritratta da Giuseppe Mentessi.

Consulta l’elenco dei volumi

Laura Maltini in Lepetit

Roma, 1932 – 2021. Libraia e editrice.

Nella Milano degli anni Sessanta rileva, con Anna Vettori, la Libreria Milano Libri e collabora con la rivista «Linus». Partecipa a Rivolta femminile, uno dei gruppi che dà avvio al movimento femminista degli anni Settanta. Nel 1975, dopo avere
scoperto che il libro Le tre ghinee di Virginia Woolf non era mai stato tradotto in italiano, fonda la casa editrice La Tartaruga che si consolida come il marchio più importante dell’editoria femminile e femminista italiana. Partecipa anche alla nascita e al percorso della Libreria delle donne di Milano, fondata nello stesso anno. Sono più di 400 i libri pubblicati nei quasi 40 anni di vita della casa editrice. Il fondo bibliografico donato alla biblioteca dell’Unione femminile, e appartenente alla sua biblioteca privata, comprende decine di titoli in inglese nella edizione originale (in particolare segnaliamo la serie di romanzi pubblicata da Virago Press).

Dino Origlia

Torino, 1920 – Milano, 2012. Psichiatra, psicopedagogista, divulgatore scientifico.

Negli anni Cinquanta ricopre diversi incarichi per il Comune di Milano nell’ambito dei servizi scolastici e pedagogici. Organizza, insieme a Rosa Bernocchi, il primo consultorio psicopedagogico del Comune di Milano. È particolarmente interessato ai problemi psicologici dell’età evolutiva – ed in particolare dell’adolescenza – la psicologia scolastica e la psicologia dei rapporti familiari. È consulente e docente del Circolo dei Genitori di Milano fino dalla sua fondazione, nel 1953. Ospitato e finanziato dall’Unione femminile nazionale, nel 1957 il Circolo diventa Scuola dei genitori di Milano, continuando ad operare nella sede dell’Unione e che ha anche una intensa attività divulgativa, anche grazie alla collaborazione con la Rai, attività alla quale Dino partecipa. Dal 1965 al 1971 dirige l’Istituto di Psicologia dell’Università di Parma, dove ha svolto attività didattica fino alla fine della sua vita. Come specialista e come divulgatore scientifico ha pubblicato decine di libri sia sul tema psico-pedagogico che sulle trasformazioni della famiglia. Della sua biblioteca personale è stata donata alla nostra biblioteca la parte riguardante l’identità
di genere, la famiglia, la relazione uomo-donna.

Rivista Effe

Mensile femminista pubblicato dal 1973 al 1982, edito da Dedalo fino al 1974 e poi dalle stesse redattrici organizzate in cooperativa. È “la prima rivista femminista italiana, nata come rivista di attualità e cultura legata al movimento”, autogestita e finanziata dalle sottoscrizioni e dagli abbonamenti delle lettrici. Giornaliste e redattrici sono legate al movimento femminista romano e milanese. A caratterizzare la rivista sono lo spazio dedicato a foto e contenuti grafici, inchieste, interventi su aborto e violenza sessuale, cronache dal movimento femminista, rapporto con le lettrici. Il fondo bibliografico è stato donato alla biblioteca da Daniela Colombo, che di Effe è stata redattrice, e comprende, oltre a molti volumi importanti per la storia del movimento e del pensiero femminista, la serie completa di Effe e la raccolta di “Eco della stampa” sugli argomenti trattati dalla rivista.

Tullia Romagnoli in Carettoni

Verona, 1918 – Roma 2015. Senatrice e parlamentare europea.

Conseguita la laurea in lettere, entra in ruolo come docente di liceo. È combattente con il gruppo Giustizia e libertà durante la lotta partigiana. L’attività politica continua nel dopoguerra all’interno del Sindacato nazionale scuola media e, fino al 1966, nel Partito socialista italiano. Senatrice dal 1963 al 1979 (dapprima con il Partito Socialista Italiano e poi come indipendente), è tra le fautrici della approvazione della legge sul nuovo diritto di famiglia e di altre leggi sulla condizione femminile. Dal 1971 è parlamentare europea, incarico rinnovato con le elezioni del 1979. In questa sede è membro della Commissione per gli affari sociali e l’occupazione, della Commissione per le relazioni economiche esterne, della Delegazione alla Commissione parlamentare mista dell’associazione CEE-Turchia e della Commissione per lo sviluppo e la cooperazione. Nel corso degli anni ’90 è presidente della Commissione italiana per l’UNESCO, presidente di Herity Italia e fondatrice del Forum Internazionale delle Donne del Mediterraneo (FIDM).

Emma Scaramuzza

Castellamare di Stabia, 1948 – 2020.  Storica.

Femminista vicina alla Libreria delle donne di Milano, è stata docente all’Università Statale di Milano. Studiosa di storia della Spagna e della storia di genere, ha approfondito in particolare le biografie di Sibilla Aleramo e Alessandrina Ravizza, figure di spicco del femminismo di primo Novecento, mettendo in luce l’intreccio tra politica e amicizia.

Adela Turin

Milano, 1939 – . Disegnatrice e editrice.

Nel 1975 fonda la casa editrice Dalla parte delle bambine, la prima esperienza editoriale che fino al 1982 ha prodotto libri per bambine e bambini con un taglio femminista, cioè che contrastano gli stereotipi di genere. Il condizionamento della bambina come oggetto sessuale, la famiglia e la divisione sessuale dei ruoli, il monopolio maschile della cultura, il divorzio, l’amicizia e l’amore tra donne, il monopolio al maschile della medicina, la dicotomia delle virtù femminili e maschili sono alcuni dei temi trattati. Negli anni Novanta si trasferisce in Francia, dove fonda l’associazione Dalla parte delle bambine, che sviluppa ricerche iconografiche e progetti didattici in contrasto al sessismo nei libri per l’infanzia. Il fondo bibliografico donato alla biblioteca comprende la produzione della casa editrice sia in Italia che all’estero. I volumi sono stati tradotti in francese, inglese, spagnolo, tedesco, svedese, norvegese e danese. Il fondo comprende anche materiale a stampa inerente il sessismo a scuola e nei libri di testo e materiale iconografico frutto delle ricerche di Adela Turin sui libri per l’infanzia.

Unione donne italiane (dal 2003 Unione donne in Italia)

Fondata nel 1945 dall’esperienza antifascista dei gruppi di difesa della donna, legata fino agli anni Novanta al Partito comunista italiano, l’Udi è stata la più importante organizzazione femminile di massa negli anni Cinquanta e Sessanta. Il fondo bibliografico conservato all’Unione femminile proviene dalla biblioteca della sezione UDI Milano e provincia, fondata nel 1989 e attiva fino al 2019. Si tratta di circa ottocento volumi, perlopiù di saggistica, che spaziano in tutti i settori disciplinari e particolarmente sui temi oggetti della azione politica della sezione milanese: salute delle donne e delle lavoratrici, consultori, servizi per l’infanzia, salute sessuale e riproduttiva (con un focus importante sulla proposta di legge regionale per il parto in casa degli anni Novanta), politiche pubbliche statali e locali per le donne, dossier e analisi sul mondo del lavoro e sulla trasformazione della famiglia, sulla violenza sessuale, sulla prostituzione. Nel fondo sono presenti gli atti di tutti i congressi dell’Udi dalle origini agli anni Duemila. L’archivio di UDI Milano e provincia è conservato presso INSMLI – Istituto Nazionale Ferruccio Parri.

Unione femminile nazionale

Un fondo speciale raccoglie volumi pubblicati nella prima metà del Novecento, una parte dei quali probabilmente eredità di quel periodo di attività dell’Unione. L’archivio storico dell’Unione femminile e l’archivio di Ersilia Bronzini Majno contengono decine di opuscoli a stampa fondamentali per lo studio di un’ampia varietà di temi: il primo femminismo con le sue organizzazioni ed i suoi organi di stampa, il lavoro femminile e minorile, la storia dell’assistenza sociale, la storia dell’educazione e della pedagogia, il ruolo dell’associazionismo femminile nella Prima guerra mondiale, la condizione delle donne sotto il regime fascista.

 

Breve storia della biblioteca

Una biblioteca costruita dalle suffragiste milanesi, da più di un secolo a disposizione della città e delle donne che amano la lettura, lo studio e il pensiero femminile.

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Informazioni per l'accesso alla biblioteca

La biblioteca è aperta dal lunedì al venerdì su appuntamento, nei seguenti orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 15, martedì e giovedì dalle 13 alle 19.

L’accesso è gratuito. Sono presenti barriere architettoniche.

Telefono: 026572269
Mail: documentazione@unionefemminile.it

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