Nel Settantacinquesimo anno della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, anche noi vogliamo festeggiare questa giornata parlando delle donne resistenti. Non possiamo andare in piazza a gridare la nostra resistenza ad ogni forma di fascismo che oggi si manifesta attraverso chiusure sovraniste vari tipi di violenza. Ma ancora e sempre è vivo il nostro desiderio di liberazione vera, per una società di eguali, autentica e libera dal bisogno economico e sociale e da ogni tipo di stereotipi. Non siamo in piazza, né nel salone dell’Unione femminile nazionale, ma siamo qui, nel nostro sito, nella nostra agorà che abbiamo costruito pezzo a pezzo, il nostro luogo virtuale di pensieri, riflessioni e storie d’archivio.

Per questo, nonostante il Covid 19 e le restrizioni a cui ci siamo sottoposte per la nostra salute, abbiamo voluto, comunque, essere presenti e immaginare di stare con voi proponendo virtualmente e on line gli incontri sulle donne resistenti che avevamo programmato per il 26 febbraio e il 12 marzo in collaborazione con l’Anpi e Milanosifastoria. Abbiamo voluto realizzare da remoto questi incontri perché vogliamo esserci anche noi in questa giornata di liberazione per dire che non ci arrendiamo. Nonostante la nostra chiusura a casa, siamo ancora in piazza. Parleremo della Resistenza taciuta, di cui ci hanno raccontato per prime Rachele Farina e Annamaria Bruzzone, partendo dai Gruppi di difesa delle donne nati a Milano nel novembre del 1943 e della Resistenza civile di chi salvò senz’armi opere d’arte e persone.

Vi invitiamo, quindi, a vedere la pagina dedicata ai Gruppi di difesa delle donne, con la videoconferenza di Roberta Cairoli (storica) e Ardemia Oriani (vicepresidente dell’Anpi provinciale), la videointervista di Roberta Fossati, e altri documenti multimediali che abbiamo raccolto per voi sulla pagina. 

Non poteva mancare la Resistenza civile a Milano, la Resistenza senz’armi, combattuta , nel carcere (è il caso di suor Enrichetta nel carcere di San Vittore), nei luoghi di cultura, nelle scuole (come l’Istituto professionale Caterina da Siena), nei musei o nelle case a organizzare clandestinamente la fuga di ebrei e perseguitati politici. Un esempio ci è dato da Fernanda Wittgens, direttrice della Pinacoteca di Brera, che ha portato in salvo il nostro patrimonio artistico, donne, uomini e bambini. Di lei abbiamo parlato con Valeria Palumbo, storica e giornalista. Di Fernanda Wittgens e delle sue compagne di resistenza civile, Zina e Mariarosa Tresoldi e Adele Capelli Vegni (socia dell’Unione femminile e attiva poi nella Scuola dei genitori), del carcere che hanno subito, difese al processo da Edoardo Majno, avremo modo di parlare ancora dal vivo, nel nostro salone, quando ci sarà consentito, insieme anche a Giovanna Ginex, il cui volume”Sono Giovanna Ginex”, Una vita per Brera (Skira, Milano, 2018) avremmo dovuto presentare il 12 marzo.

Vi proponiamo inoltre la testimonianza di Marisa Ombra, staffetta partigiana, scrittrice, dirigente UDI, con un estratto dal suo incontro con le classi di scuola superiore nel 2013.

Infine, la registrazione dell’incontro su Donne a scuola nella Resistenza.

Tutti i materiali sono on line sul nostro sito, su quello dell’Anpi Comitato provinciale di Milano, su Storie in rete e Milanolacittadelledonne.

 Buona visione! E Buon 25 aprile!

L’interno di Corso di Porta Nuova 32 nel 25 aprile 2020