Care amiche e cari amici, c’è un tempo per ogni cosa.

Con senso di responsabilità, ma anche con dispiacere, l’Unione femminile nazionale ferma ogni attività.
Avevamo sospeso gli incontri in programma alla fine di febbraio, li avevamo riprogrammati per marzo, avevamo continuato a lavorare per progettare quelli futuri. 

Speravamo di poter tenere aperte le porte dei nostri spazi, di potervi accogliere.
Ma ora dobbiamo stare a casa, serve un sforzo per contenere il diffondersi del contagio virale. La priorità è tutelare la salute di tutti,  anche a costo di sacrifici.

Pertanto, in seguito al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, le iniziative promosse dall’Unione femminile, con Iris, la Rete Milanosifastoria, rientranti nel progetto del Comune di Milano I talenti delle donne previste nel mese di marzo, slittano a data da destinarsi. Tra questi

Antonia Pozzi: per troppa vita, secondo incontro del Ciclo Poete a Milano, programmato per giovedì 26 marzo 2020, è rinviato a data da destinarsi.

Slittano anche gli incontri del ciclo Donne resistenti a Milano promossi da Unione femminile con Anpi e Iris all’interno di Milanosifastoria:

1. I Gruppi di difesa della donna. Milano 1943-1945, previsto per il 26 febbraio 
2. La Resistenza civile a Milano: Fernanda Wittgens e le altre, previsto per l’8 aprile.

Sono rimandate  anche le presentazioni del libro I nostri corpi sotto attacco. Aborto e politica edito da Ediesse e dell’ultimo numero della rivista Leggendaria  Streghe prevista per il 31marzo.

Rimandati anche gli incontri del ciclo Genitori e insegnanti tenuti in collaborazione con il Centro Filippo Buonarroti:

– Quale rapporto fra scuola e società? Conflitti e alleanze possibili, previsto per il 5 marzo;
– Famiglie: modelli e rapporti di genere e di generazione, previsto per il 12 marzo;
– Famiglie nonostante. Come gli affetti sfidano i confini, previsto per il 2 aprile;

Vi anticipiamo, coronavirus permettendo:

– la presentazione del romanzo di Mariarosa Cutrufelli, L’isola delle madri(Mondadori 2020), oggi più che mai attuale, per il 26 maggio 2020;
– la proiezione del documentario La lunga marcia realizzato da Piero Badaloni per Rai Storia, per il 20 maggio;
– il concerto del duo Cavasonza e Romani, all’interno del palinsesto I talenti delle donne, il 21 maggio;  
– il concerto lirico su testi di Ada Negri, proposto dal Conservatorio di Pavia, il 27 maggio;

I servizi (sportello famiglia, archivio e biblioteca) sono chiusi e riapriranno il prima possibile. Vi invitiamo a tenervi aggiornati sulla ripresa dell’attività consultando la pagina facebook e il nostro sito.

E se in passato non avete potuto partecipare a qualche iniziativa che vi interessava, qui trovate tutti i nostri podcast!

Vi lasciamo con le parole in versi di Mariangela Gualtieri.

Nove marzo duemilaventi

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
 
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
 
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
 
Adesso siamo a casa.
 
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
 
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
 
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
 
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
 
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
 
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.