Violenza sulle donne, liberismo, populismo, lavoro, lavoro di cura, welfare, sessualità e riproduzione, aborto, immigrazione, sistema penale, spazi femministi, sono altrettante parole chiave intorno a cui si costruisce questo libro a più mani, che traccia così una mappa della regressione ma anche della resistenza possibile.

Le donne e le sessualità non conformi, i loro movimenti e le loro conquiste sono il bersaglio di una contro-offensiva reazionaria che si manifesta nelle sedi della vita politica, sociale e familiare.

Questa mappa della regressione fondata su analisi e dati è utile per chiunque si senta minacciata, minacciato, dalla gravità del nuovo ciclo politico globale.

Molti i terreni di scontro: il diritto all’aborto; la violenza maschile sistemica nella società; il sistema penale iniquo verso le vittime di violenza; le narrazioni tossiche intorno ai femminicidi; il ruolo del lavoro riproduttivo; l’intreccio tra oppressione di genere e di razza; gli attacchi ai luoghi di aggregazione e autorganizzazione femminile. Ognuno dei saggi di questa raccolta è uno scudo per reggere l’urto di questa offensiva.

Un libro utile, dunque, anche a chi vuole reagire, a chi lo sta già facendo. Scrive Lidia Cirillo, curatrice del libro, parlando del movimento di liberazione donne:

Questo volume si rivolge all’unico grande movimento di liberazione non sconfitto e la cui marcia procede in senso inverso a quello in cui soffia il vento. A un movimento cioè non separatista, aperto a uomini e sessualità non conformi ma composto in grandissima maggioranza da persone di sesso femminile.

Lidia Cirillo (a cura di), Se il mondo torna uomo. Le donne e la regressione in Europa Alegre, 2018 (190 p, 14 €)

Saggi di Romina Amincolo, Silvia Brignoni, Eleonora Cirant, Carlotta Cossutta, Claudia Mattalucci, Roberta Paoletti, Massimo Prearo, Ilaria Santoemma

Contenuti*

Lidia Cirillo scrive sulla fine dell’illusione liberale con la rottura tra liberismo e liberalismo; sull’ascesa delle destre radicali e sul ruolo delle religioni nei progetti conservatori; sul contraddittorio populismo di Bergoglio.

Silvia Brignoni fa un resoconto del film di produzione franco-tedesca “Aborto, le nuove crociate” che documenta attraverso numerose testimonianze i tentativi di cancellare le leggi che legalizzano l’aborto. Interessanti soprattutto le descrizioni delle diverse tattiche messe in atto per affrontare gli ostacoli delle reazioni femministe e di un elettorato in genere ostile alla cancellazione.

Massimo Prearo spiega come la forte mobilitazione contro la “teoria del gender” ha modificato i termini del conflitto politico intorno alle questioni del genere e della sessualità. Sottolinea la dimensione nello stesso tempo transnazionale e nazionalista del fenomeno e si sofferma in modo particolare sul carattere specificamente cattolico del fenomeno nel contesto italiano.

Claudia Mattalucci decostruisce gli argomenti dell’attivismo cattolico contro l’aborto, evidenziando l’appropriazione sia del linguaggio dei diritti sia di termini e discorsi storicamente utilizzati dall’attivismo femminista e pro-choice che vengono poi ridefiniti per contestare la legalità dell’aborto.

Ilaria Santoemma esamina alcuni problemi legati al biolavoro, in modo particolare le nuove tecnologie riproduttive. Spiega le ragioni per cui affrontare la questione si rivela difficile, se non c’è la capacità di comprendere in quale mondo viviamo, sottraendosi al rischio di restare schiacciate tra neo-liberismo e fondamentalismi.

Carlotta Cossutta spiega come l’incremento del lavoro a domicilio, che coinvolge soprattutto le donne, più che corrispondere a un’esigenza femminile, sia un tentativo di continuare a sfruttare il loro lavoro di cura gratuito in un contesto di crisi del welfare e nello stesso tempo di utilizzale nel mercato del lavoro.

Eleonora Cirant affronta complessivamente la tematica della violenza a partire da una ridefinizione del termine in senso non estensivo. Presenta le iniziative e le discussioni nelle istituzioni internazionali e in Italia; spiega le ragioni delle violenze e le difficoltà in cui ancora oggi le donne si trovano in un contesto troppo spesso di omertà e di impreparazione della magistratura.

Romina Amicolo ha scritto due articoli: uno sulla violenza di genere e la giustizia penale; l’altro sulla violenza domestica nel caso richiedenti asilo. Si tratta di due articoli un po’ specialistici ma che offrono interessanti elementi di conoscenza.

Roberta Paoletti scrive a proposito dell’attacco agli spazi femministi attraverso le esperienze della Casa Internazionale delle Donne, Lucha y Siesta e il centro Donna L.I.S.A.

*dall’intruzione di Lidia Cirillo