Firma anche tu la petizione per l’accesso all’aborto legale e sicuro in Europa
Ti invitiamo a firmare la petizione per ottenere una nuova legge grazie a cui ogni donna europea avrà accesso all’interruzione volontaria di gravidanza in modo sicuro e legale. Dobbiamo raccogliere 1 milione di firme.
Rappresentanti di 8 paesi europei hanno avviato una “Iniziativa dei Cittadini Europei” (ICE), ovvero una petizione ufficiale alla Commissione UE, chiamata “My Voice, My Choice” (La Mia Voce, La Mia Scelta).
Aderiamo anche noi dell’Unione femminile nazionale, per un’interruzione volontaria di gravidanza sicura e accessibile!
Sai chi siamo: lottare per i diritti delle donne e per i diritti umani è stato un nostro valore fondamentale da sempre. È per questo che siamo felici di promuovere questa campagna di chiedere anche a te di farlo! “My Voice, My Choice” è un movimento di persone accomunate dal desiderio comune di rendere l’Europa un posto migliore per chiunque.
Firmo – Per un’interruzione di gravidanza sicura e accessibile in Europa!
In tutta Europa, più di 20 milioni di donne non hanno accesso all’aborto.
È inaccettabile che in alcuni paesi membri dell’UE, come la Polonia, le donne continuino a morire perché si nega loro l’interruzione volontaria di gravidanza. In altri, come l’Austria e la Croazia, le donne devono pagare per accedere a questa procedura. In alcuni casi, come l’Italia, l’interruzione volontaria di gravidanza non è accessibile a causa della mancanza di medici non obiettori ed altri ostacoli di cui si parla poco sui media. Anche in Italia le donne sono costrette a viaggiare lunghe distanze o a cercare alternative non sicure.
Abbiamo bisogno di te per cambiare le cose! Per te è una firma, per 20 milioni di donne in Europa – è l’essere o non essere. È una garanzia di salute, un futuro sicuro, un diritto umano.
Firmo – Per un’interruzione volontaria di gravidanza sicura e accessibile in Europa!
Perché firmare in Italia?
Le persone in Italia che attualmente non hanno accesso all’assistenza gratuita per l’aborto, ad esempio quelle che non hanno un’assicurazione sanitaria ne beneficerebbero, come in tutti gli altri Paesi dell’UE, perché l’assistenza all’aborto sarebbe fornita gratuitamente e finanziata dall’UE. I fondi potranno essere utilizzati dagli Stati esclusivamente per finanziare cure abortive.
Le donne in Italia incontrano molti ostacoli al loro diritto di scelta. L’aborto su richiesta è legale dal 1978 in Italia fino a 12 settimane di gravidanza, ma è completamente inaccessibile nella pratica in molte parti del Paese. Il 71% dei ginecologi è registrato come obiettore di coscienza, cioè è esonerato dal praticare l’aborto per motivi di fede religiosa o morale. In alcune zone del Paese, l’accesso all’aborto può essere quasi impossibile, con percentuali di obiettori del 96% e dell’88% tra i ginecologi delle regioni meridionali del Molise e della Basilicata. Le donne devono trovare ospedali dove si pratica l’aborto, e spesso viaggiare in altre regioni o in altri Paesi a centinaia di chilometri di distanza. Naturalmente, solo se possono permetterselo. Altrimenti, sono lasciate sole a cercare alternative non sicure: in Italia si stimano tra i 10mila e i 20mila aborti clandestini ogni anno, che mettono a repentaglio la salute e la vita di molte persone.
Con la nostra proposta, l’UE si farebbe carico dei costi del servizio di aborto per le donne che si recano altrove alla ricerca di un’interruzione di gravidanza sicura. Ciò renderebbe l’aborto molto più accessibile, alleggerendone l’onere finanziario e lo stress emotivo (che ricade su tutta la famiglia), e rendendo quindi la decisione di avere figli o meno più libera nella pratica. Con questa proposta, l’UE agirebbe nell’ambito delle sue competenze per rendere l’aborto più accessibile a chiunque, il che è particolarmente importante per le persone provenienti da contesti economici deboli, comunità emarginate o persone prive di assicurazione sanitaria.
L’UE darebbe inoltre un segnale simbolico del fatto che il diritto all’interruzione di gravidanza, insieme ad altri diritti riproduttivi, è un diritto umano vitale e fondamentale, che contribuirebbe a rompere lo stigma che circonda l’aborto e che troppe donne in Italia sperimentano.