Il racconto autobiografico di una donna e della sua “tribù”: un marito, due gatti, un cane e, ultimi arrivati, un bambino e una bambina venuti dalla Bulgaria. Con tanta autoironia Alessandra Papoff ripercorre la strada che l’ha portata fino a sperimentarsi mamma di un bambino di 6 anni e una ragazza di 14. Una breve introduzione descrive, intima ma senza fronzoli, l’incontro su internet con l’uomo che diventerà compagno e poi marito, la scelta di vita insieme, i tentativi (falliti) di procreazione artificiale, il tentativo (fallito) di adozione nazionale, poi le tappe dell’adozione internazionale, e infine l’incontro con Veronica e Martin. Da qui comincia il diario, che Alessandra scrive per “annotare liberamente pensieri ed emozioni”, per “scaricare l’ansia”, per “aggiornare gli amici” che hanno condiviso ogni passo, per sfogare una “implacabile necessità di scrivere e di raccontare”.
Giorno dopo giorno, nella vita quotidiana, vediamo sotto i nostri occhi il farsi di una relazione. Vediamo la neomamma e il neopapà, la neofiglia e il neofiglio, entrare poco alla volta nel ruolo, tra timori e fiducia, tra sbalzi di umore ed improvvise dolcezze. Con allegria, a volte. Con malinconia, altre. Le difficoltà educative sono le solite (il porre e porsi dei limiti, l’ascoltarsi, il comprendersi), più qualcuna insolita (una lingua diversa, per esempio. Discutere in “anglo-italo-bulgaro” non è mica come dirlo). In uno scenario domestico – la villetta monofamiliare alla periferia di Napoli, prima dei Camaldoli e dopo la civiltà urbana, la scuola, il week end, la nanna, i pasti, lo shopping, il tempo libero – si delineano caratteri, fissazioni e virtù dei personaggi.
Un libro da leggere, per capire che diventare mamma e papà è sempre, in ogni caso, un percorso di adozione.
Alessandra Papoff (Gaia Salatino su Facebook), Mamma all’improvviso. Cronache di un anno vissuto pericolosamente, Harpo, 2016
15 €, 190 p.
E. C.