È un libro «dedicato alle madri interrotte mentre preparano la culla del loro bambino che non arriverà, e ai padri che diventano trasparenti, come se non fossero coinvolti, mentre sopportano l’inconsolabile dolore delle loro compagne e si occupano silenziosamente delle incombenze pratiche».

Laura Bulleri, giornalista e counselor, e Antonella De Marco, psicologa-psicoterapueta, hanno raccolto delle testimonianze e le hanno rilette nella chiave della rielaborazione del lutto. In particolare, attraverso queste esprienze raccontate in prima persona da madri e da padri, le autrici mettono in luce «come sia possibile trasformare il veleno in medicina».

Il libro, con prefazione di Alessandra Kustermann, si divide in tre parti.

Le prime due raccolgono storie di donne e di uomini che hanno attraversato l’esperienza di un aborto spontaneo, di un aborto terapeutico, cioè effettuato nel secondo trimestre di gravidanza e scelto in seguito a diagnosi di gravi malformazioni fetali, oppure per la morte improvvisa del neonato (“sindrome della morte improvvisa”, un fenomeno cui la medicina non ha ancora dato spiegazione). la terza parte è dedicata all’approfondimento psicologico e ha lo scopo di fornire elementi utili ad iniziare o continuare il processo di elaborazione del lutto e «depotenziare il trauma». Scrivono le autrici nell’introduzione che

«ai genitori interrotti tocca un lavoro di ricerca di nuove energie vitali, che appare impossibile dopo la morte del bambino. Col tempo l’esperienza vissuta si presenta ai loro occhi e nella loro vita sotto la veste di un cambiamento positivo. Se sapranno risollevare il capo, potranno capirne la portata e imparare a riconoscerne i segni: una connessione con l’universo, con la natura, una forza ignorata prima».

Il lutto pre e perinatale è definito dalle autrici come tra i più complessi da metabolizzare e sottolineano che la perdita può essere ancora più dolorosa in un contesto come il nostro, dove nascono pochi bambini. E’ un tipo di lutto che presenta delle peculiarità: la morte coincide con l’atto di dare la vita ed il feto/bambino morto è un essere che non si è potuto conoscere. La negazione, scrivono le autrici, inizia purtroppo negli ospedali ma non è d’aiuto. Superare la vergogna, il tabù, parlarne per elaborare l’esperienza è l’occasione di trasformare il dolore in un rinnovato amore per la vita.

Le madri interrotte. Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale

di Laura Bulleri e Antonella De Marco
ed. Franco Angeli, 2013

188 p. ; 24€