Attraverso la lettura di Livio, scrittore classico, e del mondo antico, Bianca Ceva vuole proporre una riflessione sulla seconda guerra mondiale e su come, nelle parole di Bianca Ceva,
i problemi della storia si ripresentino attraverso i secoli nelle immagini umane, nel mondo delle passioni, negli eterni conflitti delle idee.
Bianca Ceva partecipa fin da giovane alle iniziative dell’Unione Femminile Nazionale. Nell’introduzione Arturo Colombo scrive:
quest’opera riesce a compendiare, e a riflettere quasi fosse un simbolico specchio, due delle doti umane e intellettuali di cui Bianca Ceva ha tutto il diritto di andare fiera: la grande passione per il mondo classico, come insuperato patrimonio di una cultura che conserva ancora oggi la sua carica vitale, e il gusto genuino delle vicende contemporanee, come diretta testimonianza di un impegno civile che risale ai tempi, cupi e terribili, della dittatura.