Si è spenta il 13 giugno 2019 Rachele Farina, con lei viene a mancare una delle voci rigorose e non accademiche della ricerca storica italiana.
Molte di noi all’Unione femminile nazionale l’hanno conosciuta e apprezzata come presidente dal 1985 al 1988, ma ancora prima come insegnante alla scuola media del Convitto “Rinascita” a Milano, in cui è stata maestra di pensiero e di vita.
Aveva lavorato come telegrafista alla Stipel negli anni Cinquanta e contemporaneamente si era laureata con il massimo dei voti all’Università di Torino con una tesi su Antonio Labriola e il pensiero filosofico che ebbe dignità di stampa. Insegnante a Torino e poi a Milano non mollò la passione per la ricerca storica, in particolare per quella delle donne, che alimentò fino alla fine di suoi giorni.
Anticipatrice di molti filoni di ricerca, che sono stati poi sviluppati dalla storiografia, risale al ’74 il suo volume pubblicato con Magda Novero La prestazione, la questione maschile (La Salamandra, Torino 1974) in cui si analizzano i costi del maschio per la mancata soluzione della questione femminile; basti ricordare il suo volume che ha aperto nuove piste sulla partecipazione delle donne al movimento di liberazione dell’Italia, insieme ad Anna Maria Bruzzone (a cura di) La Resistenza taciuta, dodici vite di partigiane piemontesi, (La Pietra, Milano 1976), ripubblicato con prefazione di Anna Bravo (Bollati Boringhieri, Torino 2003). A questo altri ne seguirono come il saggio Un nocciolo di verità (La Pietra, Milano 1978), biografia di Felicita Ferrero, una protocomunista torinese dimenticata. Nello stesso anno si dedicò alla grande mostra storica documentaria, esposta a Palazzo Reale e promossa dal Comune di Milano, 1778-1978 Il bicentenario della Scala di cui fu responsabile insieme a Giuseppe Pintorno per il settore Vita sociale.
L’8 marzo del 1981 alla Piccola Scala organizzò il concerto Musiche di Donne Lombarde e due anni dopo la grande mostra Esistere come donna. Notevole e molto apprezzata per il valore documentario, la mostra promossa dal Comune di Milano fu esposta a Palazzo Reale nel 1983, di cui Rachele Farina fu l’ideatrice e la coordinatrice generale (cfr. il catalogo Esistere come donna, Mazzotta, Milano 1983).
Ancora una mostra nel ’95 per conto dell’ANPI a Palazzo Bagatti Valsecchi Dal silenzio imposto al voto: un diritto che compie 50 anni. Nell’aprile del ’99 coordinò per il Comune di Milano e la Regione Lombardia presso la Sala del Tesoro del Castello Sforzesco di Milano la mostra Le amanti del libro, prima rassegna al mondo sulle donne bibliofile (cfr. numero speciale della rivista «Libri e documenti» 1999)
Nel 1985 fu presidente della commissione cultura della Consulta Femminile della Regione Lombardia e contemporaneamente presidente dell’Unione femminile nazionale dove promosse cicli di conferenze e di incontri sulla storia delle donne. Molto sensibile ai problemi sociali inaugurò all’Unione lo sportello pensioni che proseguì negli anni ’90 con l’ideazione dello sportello legale ancora oggi molto attivo.
Attenta alla storia milanese e lombarda, pubblicò La carboneria ‘feminina’ e le ‘giardiniere’ milanesi nei moti del 1821 (Tip. Antonio Cordani S.p.A., 1985).
Nel 1986 fondò il centro di studi storici «Esistere come donna» presso la Società Umanitaria di Milano e nel 1989 partecipò al Convegno Les femmes et la Révolution française la cui relazione La Patrie des Italiennes fu pubblicata nel 3° Volume degli Atti del Convegno (Tolosa, 1991).
Nessuno ancora aveva pensato a un dizionario di biografie di donne lombarde, e lo scrive lei insieme a tanti collaboratori e collaboratrici (Dizionario biografico delle donne lombarde -568-1968, Baldini & Castoldi, Milano 1985). Un interesse, quello per le biografie, che aveva già coltivato con alcuni profili di donne Stendhaliane (Due storie di dame Stendhaliane, Laterza, 1984), e che mantenne, raccontando la storia di Metilde Viscontini Dembowski, il grande amore di Stendhal, (Metilde, l’incanto del coraggio in Incontri Stendhaliani, ediz. Comune di Milano 1996) e con il volume Simonetta. Una donna alla corte dei Medici (Bollati Boringhieri, Torino 2001), dedicato alla storia della costa occidentale del Golfo spezzino. Ancora non edita la sua ricerca su Angelica Kauffmann che considerava la “pittrice della non violenza”.
Nell’ambito del Convegno Nazionale Politica e amicizia, nella primavera del 2007 presso l’Università di Milano presentò la sua relazione Nessuno lo farà per noi – Amicizie e polemiche lungo la vita di Anna Maria Mozzoni, pubblicato in Emma Scaramuzza (a cura di), Politica e amicizia (Franco Angeli, Milano 2011).
Nel 2011, con le edizioni dell’Unione femminile, curò il volume Henry Dunant, la pace e il filo di Arianna per vincere il minotauro. Atti del convegno tenutosi a Milano il 29 maggio 2010 nel salone dell’Unione femminile nazionale, sulla nascita della Croce Rossa internazionale, convegno pensato e organizzato da Rachele Farina in collaborazione con l’Unione femminile nazionale.
Dopo il suo trasferimento in Liguria a Fezzano, pur mantenendo i rapporti fecondi con l’Unione femminile e Milano, si dedicò allo studio e alla ricerca di storia locale con esiti pregevoli come attestano i numerosi premi ricevuti.
Nel 2007 pubblica ‘Artiglie’, nascita di un rione del Fezzano (ed. Irene Giacché, La Spezia), in cui utilizza documenti storici locali e la testimonianza orale di un personaggio che ricorda le vicende del suo paese. Per questo lavoro come per il lungo impegno culturale dimostrato, nel novembre 2008 Rachele Farina venne insignita del Premio 2008 della Camera dei Deputati della Repubblica.
Tra il 2013 e il 2015 nell’ambito della storia locale furono pubblicati:
Costantino Costantini, la bella palazzina e il suo misterioso architetto, con prefazione di Marzia Ratti (Book Time, Milano 2013);
Bellezza ed onestà si salveranno? La gestione partecipata del territorio da La Spezia a Portovenere, in collaborazione con altri (Stampa Moderna, La Spezia 2015).
Mancheranno all’Unione la sua intelligenza, la sua cultura, le sue idee sempre così innovative e profonde, il suo entusiasmo.