Pina Sardella ricostruisce in questo libro la storia del Centro problemi donna dall’anno della sua fondazione, nel 1973, ad oggi. Il Cpd è uno dei primi consultori nati nell’onda del movimento femminista, che proprio in quegli anni comincia a rendersi visibile anche pubblicamente nelle manifestazioni di piazza.
Il libro è organizzato secondo una scansione temporale. Anni Settanta, Ottanta, Novanta … decennio dopo decennio Sardella descrive che cosa accade nel consultorio ma anche cosa accade fuori. Il libro è scritto guardando espressamente alle donne giovani, con un linguaggio semplice ma efficace. La storia del Cpd dentro al movimento di liberazione femminile funziona anche come prospettiva sui quarant’anni trascorsi e sui cambiamenti che hanno portato con sé.
La cifra caratteristica del movimento delle donne è stata di fare del terreno della sessualità e delle relazioni un argomento politico con forti ricadute sul piano della vita concreta. Le lotte per l’autodeterminazione, dunque per la contraccezione e per la legalizzazione dell’aborto, sono state l’espressione tangibile di un movimento che dava nuovi significati e pratiche alla parola ‘rivoluzione’, già innalzata dal movimento del sessantotto. Queste lotte portarono con sé una quantità di sperimentazioni anche sul piano dei servizi e il Cpd è stata una delle prime di queste sperimentazioni.
L’autrice prende il 1973 come data d’inizio. Non accenna alle avanguardie che avevano aperto i primi consultori di consulenza contraccettiva e che avevano sfondato il muro della censura, riuscendo nell’obiettivo di fare abolire le leggi di eredità fascista che punivano la contraccezione come “crimine contro la stirpe”. Loro bandiere furono il controllo delle nascite e la genitorialità responsabile. Su questo terreno si erano costituite a Milano prima l’Aied, nel 1953, poi il Cemp, nel 1966. Il fatto che l’autrice decida di collocare nel 1973 la parola “inizio” è a mio parere un segnale del salto di generazione, della frattura che divide le prime esperienze laiche da quelle degli anni Settanta. Descrivendo la sessualità come nodo politico il movimento femminista inaugura qualcosa di nuovo rispetto a quanto era stato fatto in precedenza. Lo dichiarano anche le protagoniste di quel movimento, che il rapporto con le donne più vecchie è all’insegna della rottura: “liberazione” contro “emancipazione”. Ed è appunto nel segno di questa rottura che nasce il Centro problemi donna.
Nato come centro di ascolto di donne per le donne, il Centro problemi donna rafforza nel corso del tempo l’aspetto relativo al servizio e all’offerta sanitaria. Un luogo in cui ad accogliere i problemi «affettivi, familiari e sociali» di una donna c’era, appunto, un’altra donna e non qualcuno investito di un potere in virtù del proprio ruolo professionale. Questa è l’altra grande novità, il legittimare ed anzi valorizzare una comunicazione orizzontale e non gerarchica. Scrive Sardella:
«Non a caso il messaggio che viene comunicato è che il Centro si rivolge a tutte le donne, ma in modo particolare alle donne che credono nella necessità di lottare per conquistarsi il diritto a essere cittadine, con eguali diritti, in una società più giusta. A conferma della sentita necessità di un luogo di incontro e di aiuto così strutturato, i dati dei primi mesi di vita del Cpd sono entusiasmanti: 162 socie iscritte e 300 consulenze effettuate.»
E’ interessante osservare, nella descrizione puntuale delle attività svolte nel Centro, come le trasformazioni degli anni Ottanta e Novanta abbiano attraversato il anche il Cpd. Aumenta la specializzazione del servizio nelle varie articolazioni del Centro (non solo assistenza ostetrico-ginecologica ma anche legale, psicologica, di counselling). Diminuisce l’aspetto partecipativo.
Il Cpd non ha mai abbandonato l’impronta originaria, offrendo spazio di incontro a gruppi di donne militanti e proponendosi come luogo di realizzazione per proposte culturali. Ma la domanda delle sue utenti è cambiata. E’ aumentato il numero di utenti migranti, ad esempio. E’ diminuita la richiesta di spazi d’incontro e discussione.
Quale sarà la direzione del Cpd nel contesto ancora mutato, quello disegnato dalla crisi del welfare e da leggi regionali che sanciscono la fine del consultorio come l’avevamo conosciuto? Questa è la nuova sfida che il Centro problemi donna si troverà ad affrontare.
Eleonora Cirant
Il mondo delle donne. Storia del primo consultorio autogestito nel movimento di liberazione femminile
di Pina Sardella
Mimesis, 2014
153 p. ; 14 €