Su Repubblica.it del 27 gennaio 2016 si dà notizia del laboratorio didattico su Luisa Levi, che trasmette la memoria della Shoah attraverso la biografia di una bambina deportata ad Auschwitz (dove perse la vita) e con ricorso alle fonti d’archivio. L’Unione ha promosso il laboratorio condotto da Maria Bacchi e Fernanda Goffetti. Alunne e alunni della scuola media inferiore e superiore ci stanno lavorando. Presto sul sito saranno pubblicati riflessioni e rilaborazioni degli studenti della scuola ICS “Armando Diaz”.

Luisa Levi aveva 14 anni quando venne presa dai repubblichini della Gnr, insieme con i genitori Enea e Elide e la sorella Silvana, il 20 marzo del 1944. A Milano, nella pensione di via Pestalozza 20 dove si erano rifugiati, in attesa di trovare una sistemazione sicura o una via di fuga verso la Svizzera. Luisa era una bella ragazza coi capelli scuri, una delle tante giovani ebree mantovane che avevano vissuto un’infanzia serena e tranquilla almeno fino al 1938, quando le leggi razziali diedero forma legale alla segregazione e alla persecuzione. Il padre fu portato nel carcere mantovano di via Poma, di lì dopo un mese al campo di Fossoli, e poi ad Auschwitz. Luisa, la madre e la sorella vennero rinchiuse nel ricovero israelitico di Mantova in via Govi, trasformato in campo provinciale di concentramento per gli ebrei. [vai al sito di Repubblica]