Nel dopoguerra l’Unione punta sulla formazione delle cittadine e dei cittadini della giovane Repubblica italiana. Nel 1953 promuove un ciclo di conferenze rivolto a genitori e insegnanti su “l’educazione del fanciullo”. Da questa esperienza nasce il Circolo dei genitori che si avvale di un gruppo interdisciplinare di docenti e che si ispira ad ideali democratici. Benché sia partecipato soprattutto da donne, il Circolo si rivolge a madri e padri, per evidenziare la responsabilità di entrambi i genitori. Nel 1956 il Circolo diventa la “Scuola dei genitori” e si dota di un proprio statuto pur rimanendo legato all’Unione fino al 1962.

Scrive Annarita Buttafuoco nell’introduzione che “il problema dell’educazione, preoccupazione centrale di tutte le fasi di costruzione di una nuova società […], si configura, all’inizio degli anni ’50, come “problema dei giovani”. Non si tratta più soltanto di formare, nelle nuove generazioni, individui – uomini e donne – che incarnino i modelli di cittadino proposti e imposti dagli adulti. L’ottica si è spostata sui soggetti: non solo modelli, ma comportamenti, aspirazioni, desideri effettivi dei giovani stessi. Comportamenti e aspirazioni che debbono essere compresi prima che indirizzati”.

Patrizia Montani, prefazione di Annarita Buttafuoco, Educare gli educatori. La scuola dei genitori di Milano (1953-1962), Rosemberg&Sellier, Milano, 1994