COME IL PROFUMO DEI LILLA’. PROFILI DI DONNE PASSATE DAL CAMPO DI FOSSOLI
è una pubblicazione online della Fondazione Fossoli
Nel corso del 2016, con cadenza mensile, il fenomeno della deportazione e la sua memoria saranno affidate a voci femminili, note e meno note, con l’intento di portare in superficie uno sguardo diverso su quel fenomeno.
L’opera è consultabile online a questo link
Questo mese di marzo è dedicato a Emilia Levi, che nasce a Milano il 3 dicembre del 1938, due mesi dopo che la “Dichiarazione sulla razza” del Gran Consiglio del fascismo ha inaugurato ufficialmente la politica razzista del regime. Il giorno dopo il suo quinto compleanno, è arrestata a Como insieme alla mamma, Elena Viterbo, al padre Aldo e al fratello Italo.
Detenuta a Fossoli è quindi deportata ad Auschwitz il 22 febbraio 1944.
La scheda di gennaio è dedicata a Luciana Nissim. Partigiana insieme a Primo Levi e poi deportata a Birkenau, dove viene destinata all’infermeria del campo. Ritornata in Italia, diventa nel dopoguerra una figura importante della psicoanalisi
La scheda di febbraio è dedicata Liana Millu, nata nel 1914 a Pisa, dopo essere diventata maestra sceglie di fare la giornalista, ma le leggi razziali del ’38 la costringono a interrompere ogni collaborazione. Deportata, sopravvive al campo di concentramento, e nel 1947 pubblica “Il fumo di Birkenau”, che Primo Levi descrive come fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau. E’ il primo di una serie di testi in cui la memoria del lager è anche il racconto della ribellione ad esso..