La scrittrice Fabiana Falduto ha incontrato le ragazze più “cattive” degli anni ‘90 e ha registrato con curiosità le loro storie. Si tratta di ragazze comuni che hanno accettato di fare un’intervista, che hanno le loro idee considerate da altri strane, che trasgrediscono perché si sentono soffocate dalle regole, dai consigli ecc. e non si preoccupano di «quel che pensa la gente». Ragazze “maschiaccio”, che del maschio si sono prese soprattutto la voglia di libertà. Ne esce una generazione di donne che non parla di «liberazione» o «emancipazione» ma, sulle orme delle sorelle maggiori, prosegue individualmente in percorsi difficili e controcorrente: perché, come si dice, «le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive ovunque».

Si tratta di un libro che riporta le scelte e gli stili di vita di quelle poche ragazze che hanno il coraggio di mostrarsi per come sono realmente senza pensare alle critiche che un uomo, o qualsiasi altro individuo potrebbe fare.

La “bad girl” non si mostra per forza come quella con lo smalto nero, i capelli laccati e multicolore, bensì, le “ragazzacce” sono persone esteriormente tranquille, forti e sicure dentro e non necessariamente esagerate nel look.

Questo genere di ragazza, quando deve dire “sì” o “no” a qualcosa/qualcuno, lo farà sempre per piacere proprio e mai per dovere, o al massimo per convenienza.

Cosa molto importante, le “ragazzacce” vogliono piacersi, e questo le distingue da tutta quella massa che fa le cose per piacere agli altri e non a se stessi; inseguendo i loro desideri, vanno contro le idee convenzionali dei loro ragazzi, dei loro amici, dei loro genitori.

Cosa vuole trasmettere l’autrice ai lettori e alle lettrici? Che poter scegliere è il meraviglioso privilegio riservato alle donne fortunate, quello che deve diventare il diritto di tutte.

Recensione di Valeria La Forgia e Juliana Nikollaj

Bad girls. Scelte, pensieri, stili di vita delle ragazze italiane.

A cura di Fabiana Falduto, prefazione di Rossana Campo
Alberto Castelvecchi, 1995
151 p. , 5 euro