L’Unione femminile nazionale aderisce alla mobilitazione nazionale del 10 novembre 2018 contro il disegno di legge Pillon.
Ai primi del Novecento, in un’epoca in cui le donne erano sottoposte all’istituto giuridico della autorizzazione maritale e non avevano diritti né sociali né politici, le fondatrici dell’Unione si mobilitarono per introdurre una legge sul divorzio. L’Unione è stata in prima linea quando, tra gli anni Sessanta e Settanta, si è discussa la riforma del Diritto di famiglia ed ha fatto la sua parte quando il Paese è stato chiamato a dire sì o no alla legge sul divorzio con il referendum del 1975.
Oggi l’Unione femminile nazionale dice NO al disegno di legge presentato da Simone Pillon, che sotto il titolo accattivante di Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità nasconde intenzioni pericolose.
L’approvazione di questo ddl, infatti, renderebbe molto più difficile (e costoso) separarsi e divorziare; introdurrebbe un meccanismo farraginoso nella condivisione della genitorialità; causerebbe disagi alla vita quotidiana di bambini e bambine; metterebbe in grave pericolo la già fragile condizione di quelle donne che decidono di interrompere una relazione intra-familiare violenta.