Dare la parola alle donne e accrescerne la visibilità. È il desiderio che ha mosso le autrici di questo libro, Barbara Bachman e Franziska Gilli, rispettivamente giornalista e fotogiornalista, che lo hanno composto muovendosi tra i due opposti stereotipi con cui la tradizione marchia i destini femminili in questo spicchio di mondo che si chiama Italia. Un luogo in cui, secondo le autrici, abituate a muoversi in un contesto cosmopolita, «l’immagine della donna è rigida e stereotipata come in pochi altri paesi d’Europa».

Un reportage fotografico e un ventaglio di testimonianze con cui Barbara Bachman e Franziska Gilli intendono offrire uno spaccato della vita delle donne, a partire da angolature molto diverse, talora opposte; per esempio, un gruppo di suore in un convento e il movimento femminista Non una di meno; oppure, nella galleria di ritratti femminile, quello di Giulia Galli, alias Mc Nill, «femminista convinta» e quello di Emanuela Pongiluppi Eleuteri, organizzatrice del Family Day e oppositrice del femminismo.

Evidenziamo le zone d’ombra e mettiamo in luce la solidarietà. Per quanto possibile, vorremmo aiutare a superare la diffidenza e la paura che il termine “femminismo” continua a suscitare, fornire uno stimolo alla riflessione e al dibattito, stabilire un dialogo con donne e uomini.

(Prologo)

Ci sono Anna e Simone, coppia fondata sul concetto di parità di genere intesa come «pari diritti, pari doveri: a casa, sul lavoro, ovunque”. Ci sono donne nate donne e altre che si identificano come tali, di ognuna il racconto in prima persona accanto al foto-ritratto.

Non hanno foto le biografie di Francesca, Fatima, Lauretta, Rosalia, Monica, Rosalia, Speranza, sette vittime di femminicidio. Neppure le testimonianze sulla violenza in ostetricia. La scelta che sia il solo testo a raccontare le storie di violenza può essere interpretata come una forma di rispetto verso le vittime.

Parla da sola la galleria di manifesti pubblicitari, manifestazione visuale dell’impalcatura simbolica di quella ‘violenza di genere’ che abbiamo imparato a conoscere come ‘violenza strutturale’, un’impalcatura tanto familiare e consueta da essere considerata “naturale”.

Sono invece i ritratti gli undici uomini che descrivono la loro immagine delle donne «tra ammirazione e stupore».

I sette peccati capitali e le rispettive antitesi, emanazione diretta del pensiero manicheo dell’influente Chiesa cattolica, sono stati per noi fonte di ispirazione e punto di riferimento nella ricerca degli elementi che compongono l’immagine femminile dominante. Rappresentano il filo rosso che attraversa il volume, unendo anche quanto a prima vista appare inconciliabile.

(Prologo)

Santa o sgualdrina. Essere donna in Italia

di Barbara Bachman e Franziska Gilli. Traduzione di Federica Romanini

Raetia, Bolzano 2021

221 p., € 24,90

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