Storia delle storie del femminismo

Cinzia Arruzza, Lidia Cirillo, Alegre, 2017

Le autrici propongono alcuni episodi significativi di una storia delle teorie e dei discorsi che hanno attraversato il femminismo, cioè quel movimento sociale, politico e culturale con cui in tempi e contesti diversi delle donne hanno tentato di svincolarsi da una relazione di potere che non può essere assimilata ad altre nel corso degli ultimi due secoli.
Sono indagate le ragioni profonde dei differenti racconti, i gruppi sociali e le culture di appartenenza delle donne che li hanno elaborati, le contraddizioni feconde e le trappole discorsive che talvolta ne hanno ostacolato le dinamiche progressive. Oggi le donne sono nello stesso tempo più libere e in maggiore difficoltà.

Femminismi musulmani. Un incontro sul Gender Jihad

Ada Assirelli, Marisa Iannucci, Marina Mannucci, Maria Paola Patuelli (a cura di), Fernandel, 2014

È possibile che donne fra loro diverse, italiane e marocchine, di diversa fede religiosa, musulmana e cattolica, oppure laiche e non credenti, si incontrino in un comune percorso di ricerca e di reciproco riconoscimento? È difficile ma possibile, ed è accaduto a Ravenna. Il libro è archivio di memoria e testimonianza di questo incontro. Dall’introduzione delle curatrici: “le donne musulmane, con il loro velo visibile, ci rendono in realtà più facile il lavoro, perché il loro velo, concreto o metaforico che sia, è solo da interpretare. Ma non facciamoci illusioni. I grovigli restano tanti, perché non c’è un solo velo che abbia lo stesso significato di un altro. Non c’è una sola forma di libertà, il vessillo da noi donne occidentali molto amato, che abbia, in ognuna di noi, lo stesso significato”.

Genere e cibo

Enrica Asquer e Paolo Capuzzo (a cura di), Genesis, Rivista della Società italiana delle storiche, XVI/1-2017, Viella

Fascicolo dedicato alla cucina come attività di reperimento, produzione e trasformazione del cibo, premessa del suo consumo quotidiano, e alle scritture, pensieri e discorsi che attorno a questa pratica si sono prodotti nel tempo. Il numero si propone di dialogare con il cospicuo corpus di ricerche che negli ultimi decenni si sono prodotte attorno al cibo, utilizzando una specifica chiave di lettura, quella del genere.

Il nostro corpo, il corpo del mondo

Claudia Bruno e Maddalena De Bernardi (a cura di), IAPh, 2017

Partiamo dai nostri corpi oggi, i nostri corpi sani “fino a prova contraria”, messi a rischio da una medicalizzazione accanita, dal business della prevenzione, continuamente scandagliati, svuotati di senso, privati di parola, infilati e sfilati dentro macchine curiose e intelligenti, e poi ci allontaniamo. Prima nel tempo, fino a rinvenire il lavoro delle guaritrici di campagna, delle donne come Trotula che hanno resistito all’esclusione dalla medicina, le pratiche che s’intrecciano alla superstizione e i saperi perseguitati da quella caccia alle streghe di cui così bene documentava Carlo Ginzburg nella sua Storia notturna. Poi ci inoltriamo nella materia, nel corpo del mondo. Perché è al regno materiale che i nostri corpi appartengono, prima di tutto. La nostra sopravvivenza dipende dalla sopravvivenza del mondo.
Scarica l’ebook gratuito (qui il programma di lettura epub).

La jihad delle donne. Il femminismo islamico nel mondo occidentale

Luciana Capretti, Salerno editrice, 2017

Una parte del mondo femminile musulmano in Occidente è protagonista di una sfida ai pregiudizi religiosi e culturali. Donne che guidano la preghiera, imam, teologhe, storiche, attiviste che combattono la loro personale Jihad, la battaglia per il riconoscimento dell’uguaglianza, giustizia e parità fra uomo e donna, in un mondo fra transizioni e posizioni progressiste più in sintonia con la loro vita in Occidente. L’autrice, attraverso una serie di incontri con le protagoniste, e di considerazioni storiche e teologiche, ci accompagna alla scoperta dell’Islam femminista fra America e Europa.

Inciampi

Poesie di Ivan Colnaghi e Claudia Caprin, Helicon, 2017

“Nelle pagine di questo volume mi pare di poter intravvedere due percorsi di vita che si intersecano seguendo mappe disegnate da altri, viaggiando per diverse mete; ad un tratto prendono sentieri secondari che lasciano i percorsi segnalati, e lì si ritrovano, inaspettatamente, sulla stessa strada, quella di coloro che amano l’imprevisto anche se talvolta, insieme a Montale, non ne seguono le tracce fino in fondo perché … “mi dicono che è una stoltezza dirselo”. In quel momento ciascuno tira fuori dal suo zaino di peregrinusle immagini più care, raccolte e custodite nel cammino, le sue personali pietre miliari […]” (dall’introdizione di Maria Elena Magrin). 

Relazioni brutali. Genere e violenza nella cultura mediale

Elisa Giomi e Sveva Magaraggia, Il Mulino, 2017

“Perché sedurla se puoi sedarla?”, oppure “perché sedurla se puoi saldarla?”: solo due esempi del livello di violenza e brutalità quotidianamente veicolate dai social in pagine che mescolano misoginia, omo/transfobia, razzismo, incitamenti alla pedofilia Al centro di questa indagine, la violenza contro le donne, ma anche la violenza che dalle donne è agita, due fenomeni speculari benché di natura e portata assai diverse, che sono analizzati nella loro copertura mediale.

Alfabeto d’origine. Memoria del corpo e scrittura d’esperienza

Lea Melandri, Neri Pozza, 2017

La scrittura, intesa come esplorazione dell’intimo, diventa un viaggio che si spinge verso zone di frontiera tra corpo e mente, inconscio e coscienza, sogno e realtà. Dall’introduzione dell’autrice: “benché nati in momenti e con finalità diverse, gli scritti raccolti in questo libro hanno una storia che li accomuna e lontane radici in un paese. Parlano di una lingua ritrovata – nei brevi tragitti più autobiografici – di corrispondenze amorose – negli accorpamenti con le voci e le parole di autrici e autori amati -, di scrittura d’esperienza come tentivo di andare alle radici dell’umano, a partire dai corpi e dai segni che lascia su di essi l’infanzia”.

Lettere dalle Case chiuse

Lina Merlin e Carla Barberis, reprint a cura della Fondazione Anna Kuliscioff, 2017 (1° edizione Avanti, 1955)

Nel libro edito nel 1955, Lina Merlin e Carla Barberis raccolgono 70 di lettere di prostitute e tenutarie che si esprimono su quella che diventerà la legge n. 75 nel febbraio del 1958, nota come “Legge Merlin” dal nome della sua promotrice. La legge, tutt’ora in vigore, rende illegale lo sfruttamento della prostituzione e le “case di prostituzione” ed è intesa a colpire non le prostitute ma chi le sfrutta.
In queste testimonianze si legge la condizione di sfruttamento, se non di vera e propria schiavitù, a cui sono sottoposte le lavoratrici del sesso, ma anche il ricatto economico che le priva di alternative.
In occasione del 130° anniversario della nascita di Lina Merlin, la Fondazione Anna Kuliscioff ha voluto ristampare questo libro, praticamente introvabile, per rendere omaggio ad una figura femminile importante nella storia d’Italia, e di Milano in particolare. I libro è disponibile in formato pdf.

Sotto le ali della colomba. Famiglie assistenziali e relazioni di genere a Milano dall’Età moderna alla Restaurazione

Flores Reggiani, Viella, 2014

«Indicibile peso» per i bilanci, infermiere ribelli, serve fuggitive, spose da dotare, ma anche abili tessitrici ed esperte levatrici, le migliaia di figliole affidate all’Ospedale Maggiore milanese costituirono una variabile decisiva nella costruzione di una strategia assistenziale, che, misurandosi con i mutamenti sociali, rappresentò per secoli un efficace strumento di governo cittadino. Grazie a un capillare scavo archivistico, il libro indaga l’evolversi – dagli esordi dell’Età moderna agli anni della Restaurazione – delle relazioni fra i padri ospedalieri milanesi e le loro assistite, le Colombe (così chiamate dalla effigie nello stemma della Ca’ Granda).

Principesse delle mie brame. Identità di genere e cartoon

Cristina Vangone, prefazione di Rita Torti, Effatà, 2017

Identificarsi in Biancaneve piuttosto che con Rapunzel, per una bambina alle prese con la costruzione della propria identità di genere, può fare una gran differenza. Eppure, nonostante la relazione genere-media sia finita sotto i riflettori dei gender studies ormai da molto tempo, le analisi in materia di cartoni animati e identità risultano ancora sorprendentemente esigue.
Le riletture semiotiche di grandi classici d’animazione quali Biancaneve, Pocahontas, Mulan, e di successi più recenti come Rapunzel, diventano così l’occasione per inserirsi con un nuovo contributo nel solco di un dibattito consolidato.

 

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