Alternanza scuola-lavoro

di Elefteria Morosini. Ed. Principato, 2018

Il libro offre informazioni sul quadro normativo e il valore formativo dell’alternanza scuola-lavoro, insieme a piste percorribile dai e dalle docenti che stanno progettando, realizzando e validando percorsi condivisi con il mondo del lavoro. L’autrice indica fasi e materiali per realizzare il percorso, anche dal punto di vista della modulistica, e presenta esperienze concrete. Una parte del volume è dedicata alle competenze linguistiche necessarie per muoversi nel mondo del lavoro, con indicazioni pratiche su come strutturare i diversi tipi di testo richiesti. Infine sono presentati alcuni dossier su temi da affrontare per comprendere il presente e le sue radici storiche.

Donne nel movimento anarchico italiano (1871-1956)

A cura di Elena Bignami. Saggi di Antonio Senta, Mirella Scriboni, Edda Fonda, Lorenzo Pezzica, Giorgio Sacchetti, Giuseppe Galzerano, Francesco Codello, Elena Bignami. Ed. Mimesis, 2018

Ultima tappa di un lavoro collettivo nato in seno all’Associazione Amici Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, il volume indaga il rapporto tra forme della partecipazione delle donne alla militanza libertaria e la “questione femminile” così come viene affrontata all’interno del movimento anarchico, nel periodo della storia d’Italia che va dall’emergere dei fermenti internazionalisti agli anni della Ricostruzione. I contributi tessono la complessa trama di questa storia, fanno il punto sui temi più dibattuti e offrono approfonditi profili biografici delle figure più note, ma svelano anche i nodi da sciogliere e nomi nuovi su cui è opportuno, quando non doveroso, soffermarsi.

Il femminismo e la parola scritta. L’esperienza milanese: dalla Libreria delle donne al Gruppo della scrittura

di Anna Travagliati. Ed. Tra le righe libri, 2018

I movimenti di rivolta degli anni settanta hanno modificato profondamente il volto dell’Italia. Fra questi, come sosteneva la studiosa Mariella Gramaglia, fu il più tardivo, il femminismo, a ottenere i risultati più duraturi. Le attiviste dell’epoca, consapevoli dei complessi vincoli che legano il potere alla parola scritta, si adoperarono per conquistare il primo attraverso quest’ultima. Attraverso testimonianze e documenti, ripercorriamo le tappe del femminismo milanese, dai primi manifesti alle traduzioni, dalle case editrici ai periodici, senza tralasciare le esperienze in cui lo strumento della scrittura si rivelò inadeguato. Un viaggio nel clima violento e bellicoso, fertile e stimolante degli anni settanta, per capire meglio il movimento che cambiò l’Italia (anche), con la forza delle parole. E stupirsi di fronte all’attualità e alla forza di quei libri vecchi di quattro decenni. Una vera rivincita, dopo secoli di svalutazione della scrittura femminile.

Oro rosso

di Stefania Prandi. Ed. Settenove, 2018

Un reportage sulle donne che raccolgono e confezionano il cibo che arriva sulle nostre tavole. Il racconto si snoda in tre paesi affacciati sul mare Mediterraneo, Italia, Spagna e Marocco, tra i maggiori esportatori di ortaggi e frutta in Europa e nel mondo. Qui, le braccianti, non solo sono pagate meno degli uomini e costrette a turni estenuanti, ma vengono molestate sessualmente, ricattate, subiscono violenze verbali, fisiche e stupri. Nelle pagine, le vite delle molte lavoratrici che i media ignorano: la sopravvivenza quotidiana, la resistenza alla violenza, il coraggio delle denunce che, malgrado gli sforzi, cadono nel vuoto. Il libro è il risultato di un lavoro di inchiesta e documentazione durato più di due anni, con oltre centotrenta interviste a lavoratrici, sindacalisti e associazioni.

Piuttosto m’affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle

di Valeria Palumbo. Ed. enciclopediadelledonne.it, 2018

Cita, zita, zitella: una parola antica che indicava la ragazza non maritata, diventata un insulto nell’ambito di una società patriarcale che, per una donna, ha faticato ad accettare destini diversi dal matrimonio. Dalle Amazzoni alle Vestali, da Ipazia a Pulcheria, dalla regina Elisabetta a Cristina di Svezia, da Jane Austen a Virginia Woolf, e con illuminanti incursioni nel mondo del mito, della fiaba e del fumetto – tra Morgana, la Dama del lago, Maga Magò e la Fata turchina – l’autrice ci accompagna, con uno sguardo divertito e spietato, in un vorticoso percorso attraverso la complessa vicenda di chi non ha camminato lungo il binario definito. Spesso per ribellione, a volte per indole o per puro caso. Scrivendo, così, un’altra storia, di passioni, desideri e talenti diversi, che qui andiamo a raccontare.

Porto il velo, adoro i Queen

di Sumaya Abdel Quader. Ed. Sonzogno, 2008

Sulinda, 30 anni, nata a Perugia da genitori palestinesi, sposata e con 2 figlie, vive a Milano dove studia lingue all’università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. Camminare per strada, fermarsi davanti a una vetrina, andare in palestra, al mare, in vacanza all’estero, tutto acquista una colorazione speciale. E quello che per le sue coetanee è naturale per lei diventa una parodia o, nella migliore delle ipotesi, una piccola avventura. Ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa o normale? Occidentale oppure orientale? Sicuramente fa parte di quella categoria di individui classificata come “seconda generazione”, cioè figlia di immigrati ma nata e cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori.

Scrivere con l’inchiostro bianco

di Maria Rosa Cutrufelli. Ed. Iacobelli, 2018

Perché si scrive? Come si scrive? Domande antiche poste più e più volte, cui però negli ultimi anni se ne aggiunta un’altra che periodicamente – e polemicamente – agita i cenacoli letterari e le terze pagine dei quotidiani: esiste una scrittura “femminile”? O per dirla in maniera più appropriata: l’appartenenza a un genere sessuale o all’altro influisce sulla parola scritta e sull’arte del racconto? Maria Rosa Cutrufelli, autrice di romanzi notissimi come “D’amore e d’odio” (2008) e “Il giudice delle donne” (2016), dà una sua risposta che è allo stesso tempo una proposta di riflessione e di confronto con scrittori e critici. E lo fa nell’unico modo possibile senza risultare astratta o ideologica: mettendo in campo l’autobiografia e l’esperienza, partendo dalla vita vissuta e tornando indietro, fino ai grandi miti fondativi della nostra cultura. Insomma, raccontando.

Smagliature digitali. Corpi, generi e tecnologie

a cura di Carlotta Cossutta, Valentina Greco, Arianna Mainardi, Stefania Voli. Saggi di Lucía Egaña Rojas, Ludovico Virtù, Angela Balzano, Elisa Virgili, Laboria Cuboniks e Helen Hester, Anna Casaglia, Rachele Borghi (Zarra Bonheur), Diego Marchante “Genderhacker”, Carlotta Cossutta e Arianna Mainardi. Ed. Agenzia X, 2018

Questo libro è un@ cyborg transfemminista queer che guarda attraverso un caleidoscopio. Come muta la relazione che lega corpi e tecnologie? Come si modificano gli spazi che attraversa? Come leggere da una prospettiva intersezionale e di genere le trasformazioni in atto? Il libro affronta queste domande a partire da tre ambiti distinti ma costantemente intrecciati: Spazio inteso come ambito di riflessione intorno al quale sviluppare ragionamenti in tema di autodeterminazione, mobilità, attivismo; Bios per affrontare il rapporto tra tecnologie e vita attraverso le forme della sua ri/produzione; Media per guardare criticamente i processi di soggettivazione innescati in particolar modo dalle tecnologie digitali. Per scriverlo abbiamo pensato al corpo come a una somateca, un archivio di finzioni politiche vive che in nessun modo possono costituire un unico corpus.

Veli d’Occidente. Le trasformazioni di un simbolo

di Rosella Prezzo. Ed. Moretti&Vitali, 2017

Il tema del velo oggi sembra legato solo alla tradizione islamica che in varie forme lo impone alle donne e crea dibattiti politici sulla liceità o meno di accettare questa pratica in bilico tra libertà di scelta e imposizione. In questo saggio la filosofa Rosella Prezzo ci ricorda che il velo fa parte anche della nostra cultura. Non a caso in tutte le religioni monoteistiche si parla di rivelazione per indicare i messaggi divini; nella filosofia la Verità va svelata; l’Illuminismo sembra voler togliere ogni ombra, ogni velamento alla nostra cultura; la psicanalisi si fonda sul rive-lamento di un trauma; i pittori dell’Ottocento ricorrono al corpo velato delle donne nell’harem per scoprire un erotismo esotico e affascinante. Raccontare questa fitta trama di significati, questo intreccio di saperi e di culture, rende il problema del velo più vicino a noi, più comprensibile non soltanto come il sintomo di un disagio sociale ma come simbolo che ci appartiene. Veli d’Occidente termina con l’ascolto di voci e di pensieri di alcune tra le scrittrici e le artiste più significative del mondo islamico, come Shirin Neshat e Assia Djebar.

 


Image: ‘Autumn Reading
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