La ricerca parte dalla ricostruzione della mappa dei luoghi, privati e pubblici, in cui Ersilia Bronzini Majno visse e operò, per poi analizzare il suo ruolo nel movimento femminista di primo Novecento.

La prima parte è dedicata ai luoghi di Ersilia, a partire dalle incerte notizie sulla sua residenza, dove si riunivano artisti e letterati, ma anche operai e lavoratori, probabilmente situata in via Pietro Verri al civico 7 (poi 12).

La Guardia ostetrica, fondata per l’assistenza a domicilio le donne più disagiate nel momento della gravidanza e della maternità, aveva sede in via Unione 7/A.

Il Comitato pro-reclusi del Maggio, con cui Ersilia si adoperò per la raccolta di fondi da destinare alle persone arrestate durante e dopo la sommossa del 1898, si riuniva in via Monforte 17, dove erano anche gli uffici de L’Italia femminile, rivista fondata da Emilia Mariani subito dopo i moti.

La sede dell’Unione femminile, dove intraprese tante battaglie per l’emancipazione femminile, prima in via San Tomaso 6 e poi in Corso di Porta Nuova 32, dove è tutt’oggi.

La Fraterna, il ricreatorio festivo dedicato alle piccole lavoratrici che si teneva negli stessi locali dell’Unione.

L‘Asilo Mariuccia, realizzato per dare accoglienza a bambine e giovani donne vittime di violenza o avviate alla prostituzione, al quale venne adibita una villa in via Monterosa 6, concessa con affitto simbolico grazie alla mediazione di Camillo Broglio; a pochi dalla fondazione dell’Asilo, nel 1902, si acquistò un secondo stabile in via Buonarroti.

Infine il quartiere di via Solari che, sollecitato dalle analisi di Ersilia e Luigi Majno e realizzato con il contributo della Società Umanitaria, doveva diventare un prototipo di quartiere operaio in grado di ispirare enti pubblici e privati nell’edilizia popolare: un modello di autogestione basato sui principi della solidarietà, del rispetto per il bene comune, dell’integrazione e dell’elevazione morale e intellettuale dei lavoratori che lo abitavano.

A chiudere questa prima parte è la petizione per l‘intitolazione di una via ad Ersilia Bronzini Majno, presentata nel 2014 al sindaco di Milano (a tutt’oggi, senza esito).

Una seconda parte del lavoro riguarda il femminismo di fine Ottocento e le azioni intraprese da Ersilia Majno per i diritti sociali, civili e politici delle donne, e una terza sezione è dedicata ad Ersilia giornalista.

Lo spazio, la storia e la cultura: la Milano di Ersilia Majno

Elaborato dinale di Filomena Maffei; realtrice Giuliana Nuvoli, correlatrice Marina Cavalli

Università degli studi di Milano, Facoltà di studi umanistici, Corso di laurea magistrale in lettere moderne

219 p.; anno accademico 2013-2014