Tullia Romagnoli in Carettoni è stata parlamentare tra i primi anni Sessanta e i primi anni Ottanta. Per scrivere la sua biografia, Roberta Yasmine Catalano ne ha raccolto la testimonianza ed ha scavato nell’archivio personale, le cui carte sono conservate oggi dall’Unione femminile nazionale. 

La felicità è un pezzo di pane e cioccolata non è solo la biografia della Senatrice, ma anche uno sguardo al percorso legislativo e culturale dell’emancipazione femminile e del mutamento dei rapporti uomo-donna nella seconda metà del Novecento.

La conquista del diritto al divorzio, alla contraccezione e all’aborto legale e gratuito è infatti raccontata attraverso una delle donne più impegnate su questi temi all’interno delle istituzioni repubblicane.

E’ un libro utile alla storia dell’emancipazione femminile in particolare per la testimonianza diretta che offre.

La testimonianza orale raccolta da Catalano durante i colloqui nell’abitazione della Senatrice costituisce il punto di vista di una donna che si iscrive a pieno titolo nella generazione delle emancipate. Furono le donne che parteciparono da giovanissime alla Resistenza e all’Unione donne italiane, che nella lotta per la liberazione dal nazi-fascismo conobbero anche la parità con gli uomini, che entrarono nelle istituzioni attraverso l’adesione alle forme tradizionali della reappresentanza, i partiti. Che non rinunciarono ad avere figli e mariti, ma che ruppero rispetto alla tradizionale gestione dei rapporti familiari. Che fecero dell’indipendenza economica il perno della propria autonomia. Che per prime nella storia d’Italia ebbero accesso a pieno titolo alle sedi del potere politico, rare rappresentanti del proprio genere.

La vita di Tullia Carettoni è stata passione e lavoro politico totalizzante. Alcune sue riflessioni sull’intreccio tra lavoro e ruolo materno, cruciale per il tema della cittadinanza, illuminano certe contraddizioni delle giovani donne di oggi: “non credo nella tragedia di avere un impegno e di non poter avere una vita privata”, dice. “Per certi aspetti era più facile conciliare […]. I sensi di colpa erano minori di quelli che provano le donne oggi”, dichiara Marisa Cinciari Rodano, la cui testimonianza è stata raccolta da Catalano insieme ad altre utili a ricostruire il profilo della Senatrice. La sua biografia è molto simile a quella di Tullia, o a quella di Nilde Iotti, amica e collega parlamentare.

Il dialogo che Catalano intreccia con la Senatrice, sia attraverso la parola scambiata che attraverso le citazioni dai discorsi e dagli articoli di lei, è intessuto di riflessioni sulla contemporaneità, dalla crisi della politica e della rappresentanza, alle primaverere arabe, ai nuovi e antichi problemi della cittadinanza femminile.

Sull’emancipazione afferma: “io non sono scettica, io dico che la liberazione e l’emancipazione della donna non si può avere in nessuna delle società così come sono organizzate oggi. Credo invece che questo sarà possibile in una società diversa”.

Sempre in viaggio, tra hotel e aereoporti, di un’eleganza ineccepibile, Tullia Romagnoli in Carettoni ha ricoperto diversi incarichi di alto profilo, dalla vice-presidenza del Senato alla Presidenza della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO. Il suo impegno politico non si esurisce nella “questione femminile” ma tocca in modo diretto gli Affari esteri e l’Europa, che proprio nel periodo dell’attività parlamentare di Tullia sta erigendo le proprie istituzioni rappresentative. La Carettoni infatti è eletta con le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo, nel 1979. In questa veste si occupa a fondo dei rapporti Cee nel Mediterraneo.

 

E. C.