E’ un articolo di Nina Rignano Sullam pubblicato sul periodico “Unione femminile” (n. 3-4, 1902) e riproposto poi come estratto in un piccolo opuscolo del 1902.
La Rignano analizza l’importanza della “ispezione nelle fabbriche, nella forma seria e con la larga organizzazione in cui è praticata in tutte le altre nazioni civili”. Nello stesso periodo si stanno infatti discutendo tre disegni di legge in materia di “lavoro della donna e del fanciullo”, nei quali l’importanza del controllo sull’applicazione della legge non è, secondo l’autrice, sufficientemente considerata.
Dovrebbe saltare subito agli occhi, scrive, “che creando una nuova legge, legge che impone dati obblighi da una parte e sancisce dati diritti dall’altra, e statuisce una sere di limitazioni e di restrizioni, sia necessario creare contemporaneamente i mezzi, gli organi atti a farla osservare, in modo che essa non resti in gran parte lettera morta, e non sia una semplice manciata di polvere lanciata negli occhi ai richiedenti”.
“Ispettori e ispettrici”, scrive la Rignano, devono essere “capaci di giudicare sulle questioni tecniche e sanitarie, di risolvere i problemi igienici ed economici che si affacciano man mano osservando e seguendo la vita del lavoratore. E persone esperte delle condizioni di lavoro e di vita della classe operaia.
Attenzione, dice la Sullam, che vi è necessità di ispettrici (corsivo nel testo) a pari grado e con le stesse funzioni degli ispettori maschili. Ma dei tre, solo il progetto socialista “chiede nettamente la nomina d’ispettori d’ambo i sessi”.