Nello stesso anno in cui Gallimard pubblica a Parigi Il secondo sesso, di Simone de Beauvoir, in Italia esce per Rizzoli Il libro segreto della donna, di Donna Olga  (Il secondo sesso arriverà in Italia solo nel ’61).

E’ il 1949, le macerie della guerra sono alle spalle e la democrazia italiana tutta da costruire. Mentre la scrittrice francese argomenta che donna non si nasce, si diventa, Donna Olga scrive consigli per la felicità femminile. La lettura è un tuffo nel passato prossimo, solo poco più che mezzo secolo.

Il libro segreto della donna è stampato su carta sostanziosa come non se ne vedono più. I caratteri e l’impaginazione invogliano alla lettura, la copertina è rigida e la rilegatura preziosa. Un piacere, per chi ama l’oggetto-libro. L’obiettivo del suo contenuto è spiegato nella pagina che precede il frontespizio:

per essere belle, per farsi belle, per conservarsi sempre belle. Per essere sane, per diventare sane, per conservarsi sane. Per restare giovani. Per essere felici.

L’autrice passa in rassegna le tre età: pubertà, giovinezza e maturità. Alla vecchiaia è dedicato il capitolo “l’età che oggi non esiste più“. Affascinante premonizione. L’assonanza richiama il titolo dell’ultimo libro di Marina Piazza, L’età in più. Donna Olga scrive

A cinquant’anni, oggi, la donna è appena all’inizio di una nuova esistenza: il ciclo che una volta sembrava finito, comincia adesso nel preciso punto ove un secolo fa si chiudeva inesorabilmente. I maggiori agi, le comodità, il materiale di trucco, l’emancipazione raggiunta dalla donna in questi ultimi decenni, l’hanno aiutata a vincere anche gli acciacchi dell’età, l’avvilimento del proprio fisico, la bruttezza che una volta era compagna inesorabile degli anni avanzati.

L’autrice puntualizza che il mantenersi giovani non è solo un fatto estetico. Il segreto (siamo appunto nel libro segreto della donna) è conservarsi in attività. Il vero segreto per non invecchiare è prendersi cura del corpo, fare ginnastica, ma soprattutto coltivare la mente. Qui la nostra amica (tale si definisce) ricorre tra gli altri all’esempio di Alessandrina Ravizza: figura di spicco nella Milano di fine Ottocento per il suo impegno nella filantropia a favore dei bambini poveri e svantaggiati.

Molte pagine sono dedicate alla dieta e ad esercizi per mantenere la linea, corredati di illustrazioni. Non mancano i consigli per l’igiene intima, tre paginette striminzite che non compensano l’abbondanza di quelle dedicate alla bellezza. Balza agli occhi il consiglio di preferire i pannolini di cotone a quelli di lino e “carta igienica finissima” a fronte di “carta da giornali, vecchi libri polverosi o… foglie, come accade talvolta in campagna”.

Superiamo rapidamente i consigli per mani, bocca, capelli, seno, caviglie, piedi, profumi… per arrivare al capitolo sull’amore. “Il vero libro segreto comincia ora”, afferma l’autrice proponendosi appunto come amica confidenziale. Ed eccovi l’incipit:

L’amore è il destino della donna: nessuna può sfuggirvi ed è meglio per noi rassegnarci a questa ineluttabile verità. Soltanto così potremo prepararci ai nostri doveri e nel medesimo tempo assimilare quelle immancabili doti di astuzia, di energia, necessarie a conquistare l’uomo degno di noi (p. 167).

Siamo nel 1949, dicevamo. Molte italiane hanno partecipato alla Resistenza, hanno contribuito in molti modi a gettare le basi del nuovo patto sociale, hanno ottenuto il voto, nelle fabbriche e in tutti gli altri settori della produzione hanno preso il posto degli uomini che andavano in guerra. C’è aria di novità, vento fresco. Forse troppo fresco. Donna Olga, infatti, scrive:

Quella scrittrice americana che, interrogata su quale fosse stato il suo più bel giorno della sua vita, rispose: “il giorno in cui vidi pubblicato il mio primo libro…” non era una donna, era una macchina azionata a fosforo, era un cervello in funzione di creatura femminile. Il più bel giorno, nella vita di una vera donna, sarà sempre il giorno delle nozze, oppure il giorno della nascita di un figlio; se qualcuna esprime un’idea diversa o si vanta di pensarla in modo differente, ci troviamo di fronte a un errore della natura. Inutile quindi parlarne o prenderla in considerazione (p. 167).

Ma come, Donna Olga ci aveva detto che per non invecchiare dovevamo coltivare la mente! Sì ma senza eccedere, sembra ammonire Donna Olga dalle pagine stazzonate del suo libro. La vediamo chinare leggermente la schiena rigida su di noi, mentre impartisce la sua lezione:

Purtroppo, nella vita di una donna, il sacrificio ha il primo posto. […] Il destino di tutte le donne è intessuto di rinunce. Esistono però creature superiori che sanno affrontare le necessarie privazioni sorridendo, altre che le accettano a denti stretti, riluttanti, e opprimono tutti intorno a loro con i sospiri, le rimostranze, i rimbrotti.

Anche nel sacrificio ci vuole moderazione. Quindi no alle esibizioni di abnegazione, dice l’autrice. Non dimentichiamoci che il nostro dovere è anche di essere attraenti, ammonisce. E quindi, che fare?

Grazie a Dio, in Italia, sia pure in regime democratico, è ancora possibile trovare della buona servitù.

E’ vantaggioso non solo per le donne abbienti ma anche per le operaie e lavoratrici: meglio andare a servizio in una buona famiglia, che non in fabbrica. “Oggi si tende piuttosto a mandare le ragazze in fabbrica, ed è un male”, afferma l’autrice mentre enumera i vantaggi del lavoro domestico retribuito, citando un esempio tipico:

anni fa tutte le ragazze del Friuli scendevano a servizio per cinque o sei anni prima di sposarsi.

Lo stereotipo, come definito ne Il Novecento delle italiane, della “servetta friulana o veneta, furba e soprattutto piccante”, mette una toppa a una realtà ben diversa da quella descritta da Donna Olga, che evidentemente appartiene ad una diversa classe sociale da quella delle lavoratrici cui si riferisce: “le loro condizioni di vita spesso sono difficili, i salari irrisori, le molestie da parte dei maschi di famiglia decisamente frequenti” (Il Novecento delle italiane, pag. 169).

Nei decenni a venire alle migranti friulane si sostituiranno altre migranti (filippine, sudamericane, ucraine, …). L’amore coniugale sarà messo a dura prova dalla crisi della famiglia e dalle mutazioni profonde di donne e uomini, e delle loro relazioni, ma una donna senza figli rischia ancora di sentirsi fuori posto o “strana”. Rileggere oggi testi come Il libro segreto della donna ci dà misura delle distanze e ricorsi nei mutamenti dell’identità femminile e dei suoi condizionamenti.

Donna Olga, Il libro segreto della donna, Rizzoli, 1949

E.C.