Donne è bello è un’opera antologica di Liliana Barchiesi, fotografa milanese che ha raccontato la vita delle donne dagli anni Settanta ad oggi a partire da uno sguardo dichiaratamente posizionato. Lo trovate nella nostra biblioteca, in compagnia di altre opere che aiutano a scoprire gli intrecci tra #femminismo e #fotografia.
Donne è bello, di Liliana Barchiesi, con scritti di Lea Melandri e di Giovanna Calvenzi
Ed. Postcart, 2020
1 v. : ill., 30 €
Nella mostra fotografica “L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965 – 2015”, tenutasi alla Triennale di Milano, la sezione “Cosa ne pensi del femminismo?” metteva in mostra le fotografe che negli anni ’70 si espressero visivamente sulle linee del pensiero femminista. Nelle note biografiche che mi riguardavano venivo definita “fotografa militante interna al movimento”. Confesso che il primo impatto di fronte a questo modo di descrivermi mi era sembrato riduttivo e vagamente penalizzante. Ho però riflettuto e ho concluso che la definizione era pertinente. Di fatto in quegli anni avevo usato la fotografia quale strumento per dare il mio contributo al Movimento delle donne, non solo documentando le battaglie per i diritti civili, ma indagando sul tessuto sociale, la rappresentazione del femminile, sugli stereotipi, sull’educazione. Negli anni successivi ho in pratica abbandonato il reportage dedicandomi alla fotografia di studio.
[…] Il lavoro di riflessione e la pratica femminista ci avevano portato a comprendere che la repressione sessuale era il punto focale, il nodo centrale per relegarci a una sublaternità e ancorarla ai ruoli nel ricatto della maternità e dell’amore. Oggi un nuovo nascente femminismo formato da giovani che si confrontano con la storia e le esperienze precedenti fa ben sperare, ma è indubbio che il percorso è impervio e tutto da costruire. Il progetto di questo libro nasce dalle esigenze non tanto di raccontare la mia storia come fotografa, ma dal bisogno di condividere memoria ed emozioni, nella speranza di collaborare a quel mondo migliore a cui con tanta passione abbiamo lavorato, e continueremo a lavorare.
dall’introduzione, “Negli anni ’70 io c’ero”