Nonnità“. La parola inglese che le corrisponde, grandparenthood, è antica, mentre nella lingua italiana è un neologismo recente e che suona ancora poco familiare. Nonnità è qualcosa di molto più complesso della parentela. Indica la relazione e dunque i suoi stili, il suo contesto, l’immaginario e le parole che la definiscono. Se la storiografia anglo-americana, ma anche Europea, offre un’ampia rassegna di studi sulla nonnità, in Italia l’argomento è ancora ben poco frequentato. Ed ecco la novità di questo libro di e Elena De Marchi e Claudia Alemani, che aprono un nuovo filone di ricerca con questo studio sulla nonnità dal punto di vista storico.

Le autrici hanno attinto a una quantità di fonti davvero notevole: archivi, biografie e autobiografie, poesia e letteratura, scambi epistolari, ma anche manuali d’etichetta e galatei morali. Incontriamo così nonne che scrivono dei propri nipoti come nelle lettere di Ersilia Bronzini Majno alla nuora, e nipoti che scrivono ai nonni, come nelle lettere Camillo Benso di Cavour alla nonna Filippina De Sales.

La declinazione al femminile e al maschile dell’indagine ha una funzione ermeneutica e permette di cogliere le differenze di genere, accanto alle differenze derivanti dalla classe sociale e dal fatto di vivere in città o in campagna. Sul piano del diritto, ad esempio, l’istiuto della tutorialità verso i minori grantito ai nonni ma non alle nonne detta regole diverse in uno o nell’altro caso. Sul piano dei ruoli, nonni e nonne si mostrano attraverso il racconto della vita quotidiana nelle campagne e nelle città.

L’indagine prende le mosse dall’Ottocento, quindi dalla formazione del ceto borghese in Italia, in un periodo di trasformazioni non solo sociali ed economiche ma anche nella sfera del diritto, per arrivare fino ai giorni nostri, quando l’allungamento della vita media e le necessità del lavoro di cura sembrano ridefinire il rapporto tra nonni e nipoti. L’indagine storica permette in realtà di scoprire i “corsi e ricorsi”, affinità tra epoche diverse (la ricerca del lavoro, ad esempio, spingeva le italiane di fine Ottocento a lasciare i figli ai nonni, proprio come accade alle straniere immigrate nell’Italia di oggi).

Per una storia delle nonne e dei nonni. Dall’Ottocento ai giorni nostri

di Elena De Marchi e Claudia Alemani

Viella, 2015
275 p. ; 25 €

Le autrici:

Elena De Marchi è dottoressa di ricerca in Società europea e vita internazionale nell’età moderna e contemporanea presso l’Università di Milano. Tra le sue pubblicazioni, Dai campi alle filande. Famiglia, matrimonio e lavoro nella pianura dell’Olona 1750-1850 (Milano, 2009).

Claudia Alemani collabora alla cattedra di Pedagogia generale dell’Università Bicocca di Milano, dove si occupa anche del coordinamento didattico per le attività di tirocinio. Tra le sue pubblicazioni (con M. C. Fedrigotti) Donne e nonne. I volti di un ruolo sociale (Milano, 2012).