Lesbiche, gay trans in Italia fanno lobby? Esiste una comunità omosessuale che porta avanti azioni coordinate per approvare leggi contro l’omofobia o a favore delle unioni tra persone dello stesso sesso, in ottemperanza alle indicazioni europee? 

Su queste domande si svolge la tesi di laura specialistica di Ornella Guzzetti, che accanto ad interviste ad alcuni/e attivisti/e propone un utile e completo excursus storico e legislativo, oltre che il punto sul concetto di lobbying,  sulla comunicazione istituzionale e sulle campagne elettorali dei politici che hanno fatto della propria diversità un punto di forza.

Sono intervistate/i: Arcigay e Arcilesbica, Giovanni Dall’Orto, Francesco Bilotta, Yuri Guaiana, Cristina Alicata, Renato Sabbatini, Laura Lerario, Paola Concia, Aurelio Mancuso, Matteo Winkler, Delia Vaccarello.

Il capitolo dedicato alle ipotesi su come fare lobby Lgbti raccoglie una serie di titoli in inglese: Grassroots lobbying, public affairs e marketing mix, think tank, advocacy. Rispettivamente: lobby dal basso, pubbliche relazioni verso diversi gruppi portatori di interessi, analisi politiche mirate, azioni legali… formule che si utilizzano perlopiù nella lingua dei paesi anglosassoni, in cui sono state teorizzate.

In Italia la comunità Lgbti, se pur organizzata, non esprime una “lobby gay”. Questa una delle conclusioni che l’autrice organizza per punti nelle ultime pagine del suo lavoro, in cui si riflette anche sulla impermeabilità del sistema politico italiano:

Sono stati fatti degli errori strategici nel credere che l’elezione di rappresentanti direttamente  presi all’interno del movimento o dichiaratamente gay, lesbiche e trans avrebbe potuto automaticamente creare le condizioni per ottenere leggi. Una sottovalutazione che ora però ha messo in guardia tutta la comunità verso la classe politica.

Se da un lato il movimento non riesce a fare pressione più di tanto (“la gente in piazza” solo nel gay pride), dall’altro i partiti politici snobbano i “cultural issue”. Elettori ed elettrici scelgono un candidato o una candidata proprio in rapporto alla posizione che prende in rapporto a questi temi.

Mentre i politici tentennano, probabilmente perché temono di perdere consensi, l’Italia è pronta al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali: lo riferisce l’indagine Istat del 2011 “Dichiarazioni in base al genere, all’orientamento sessuale e all’appartenenza etnica”.

Ornella Guzzetti / Lobbying e diritti LGBTI in Italia, Università degli studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, Corso di Laurea magistrale in Comunicazione politica e sociale, anno accademico 2011/2012 (Relatore Marco Cacciotto, Correlatore Gianpietro Mazzoleni)