Una lettura tonificante mentre si prepara la giornata del #fertiltyday e sulla scia delle polemiche innescate dalla omonima campagna del Ministero della salute. Generatività (s). La responsabilità di essere figli e figlie (Lubrina editore, 2016), è un libro duttile che scorre dentro a una scrittura calda, quella che la sociologa Cristiana Ottaviano sceglie per indagare la generatività. Lo fa ribaltando la prospettiva. Se la campagna del Ministero della salute propone la maternità come dovere, puntando sul senso di colpa, l’autrice sottolinea invece un sentimento positivo, quello della gratitudine. Poiché, donne e uomini, gentori e non, siamo tutti figli e figlie. Che si siano avuti o meno rapporti coi propri genitori biologici, ciascuno di noi ha sperimentato la non autonomia, la fragilità e l’essere oggetto di amore e attenzione da parte di qualcuno. Altre persone si sono prese cura di noi e in molteplici forme ci hanno accompagnato e nutrito con cibo, linguaggio, insegnamenti. Qualcuno ci ha condotto nella comunità umana, mettendoci in grado non solo di vivere, ma anche di creare.

Quanto più sappiamo riconoscere i legami con chi, venuto/a prima, ha voluto e permesso che ‘noi fossimo’, tanto più possiamo essere generativi/e, capaci di mettere al mondo qualcos’altro o qualcun altro/a: un debito di gratitudine che ci rende “responsabili e quindi desiderosi di restituire, anziché soggetti assoluti di diritti” […]

L’autrice parte dalla propria esperienza di donna, di madre, di studiosa di sociologia.

Il primo capitolo è un percorso critico sulla maternità come destino, come obbligo sociale, come struttura determinata storicamente dal sistema patriarcale, con quel che comporta di “rischio di accettare la subordinazione nella scena pubblica in cambio del potere nella vita privata (l’oppressa si prende la rivincita dove può)”. L’autrice denuncia la retorica maternista, mentre dà voce alle non-madri che rivendicano la propria generatività.

Il secondo capitolo è dedicato alla paternità. Va in crisi il modello di padre edificato sul dominio maschile e vanno alla deriva gli archetipi e l’immaginario tramandati per generazioni. Proprio mentre gli uomini cominciano ed entrare nel territorio dell’accudimento, “il padre” sembra eclissarsi. L’autrice preferisce puntare lo sguardo sulle opportunità che scaturiscono dal crollo dei vecchi costrutti, piuttosto che sulla nostalgia e sul pessimismo. E in quest’ottica presenta una serie di testimonianze di padri di diverse età. Colpisce qui la dimensione della ricerca, dell’entuasiamo, della scoperta. Non solo di un ruolo, ma anche di un paesaggio affettivo ed emotivo che fino a pochi decenni fa agli uomini era perlopià precluso.

Né ordine simbolico della madre né ordine simbolico del padre, dunque, ma un nuovo sistema di valori e rapporti fondato sulla reciprocità, radicato nel desiderio consapevole di restituire. E quindi sulla scelta, con la fatica ma anche con la creatività che comporta. A questa analisi è dedicata la terza parte del volume, una proposta sia teorica che di pratica politica.

“Sarebbe utile uno spostamento nel riflettere sulla generatività, sulle generatività (s): dal concepirla come specifico biologico femminile (la donna che può mettere al mondo un/a bambino/a) al pensarla come esperienza connotante dell’umanità (ognuno/a nasce da altro da sé e vive grazie alla cura di qualcun altro/a). Una più profonda e rielaborata consapevolezza di essere state/i generate/i porterebbe una forza generatrice in più. […]

Tutte/i figlie e figli e tutt/i generanti. Non solo madri, ma anche padri; genitori biologici, adottivi, simbolici, sociali; non per destino biologico, ma per rielaborazione psicologica, sociale e culturale di una comune esperienza umana, generatori e generatrici di figlie/i ma anche di progetti, idee, cambiamento”.

In conclusione viene presentata una raccolta di narrazioni autobiografiche, che con onestà aprono su nessi e distanze tra generatività e genitorialità.

Un libro caldo e vitale, che allarga gli orizzonti.

E. C.

Generatività (s). La responsabilità di essere figlie e figli

di Cristiana Ottaviano, Lubrina editore, 2016

217 p., 14 €