Sullam Costanza (Nina) in Rignano

(1871-1945)

Assistenzialista e figura rappresentativa del movimento politico delle donne milanesi tra Otto e Novecento, più nota col nome di Nina Sullam Rignano.

Nacque a Milano da ricca famiglia ebraica che provvide a darle un’ottima, moderna educazione. Nel 1897 sposò l’ingegnere filosofo Eugenio Rignano, correligionario livornese, da cui non ebbe figli. Il matrimonio l’introdusse nell’ambito del socialismo democratico lombardo di cui N.R.S. condivise appieno le finalità e l’impegno. In un primo tempo fu attiva nell’ambito dell’Associazione generale delle operaie, quindi fu tra le prime ad aderire all’appello lanciato nel 1899 per la creazione dell’Unione Femminile, che sostenne con la sua esperienza, intelligenza, generosità finanziaria e di cui fu poi presidente (1909) e consigliera delegata (1919). Tra i primi compiti dell’Unione Nina individuò, per le socie di buona cultura, l’addestramento politico-giuridico adatto ai tempi nuovi, al fine di poterle immettere nei consigli d’amministrazione di ospedali, orfanotrofi, ecc., cosi come la legge sulle Opere Pie del 1890 permetteva, “istituzionalizzando la tradizionale presenza delle donne nel campo della beneficenza e facendone un lavoro moderno” (Buttafuoco).

Nel 1902 fu Nina che, assieme ad Ersilia Majno, a nome dell’Unione Femminile, propose l’associazione come mediatrice per la soluzione del famoso sciopero delle piscinine di sartoria, modisteria, ecc. Sempre in quest’anno entrò nella Commissione prefettizia milanese per lo studio degli enti di beneficenza. Già benefattrice col marito della Guardia ostetrica della Società Umanitaria e dell’Università Popolare, sempre nel 1902 donò diecimila lire in forma anonima per le spese d’impianto e di primo esercizio dell’Asilo Mariuccia.

Fu anche autrice del primo abbozzo dello statuto e del regolamento che doveva disciplinare l’asilo, si occupò della selezione del personale e, nel 1907, istituì una borsa di studio per inviare alcune ricoverate dell’asilo all’Ercole Menagère di Berna.

N.R.S., per la sua buona conoscenza delle lingue straniere e l’interesse a ciò che avveniva nel mondo nell’ambito delle organizzazioni sociali, non solo seppe stilare le bozze dei regolamenti più moderni delle istituzioni in cui operò ma anche suggerire disegni di legge al governo.

Cosi,nel 1902 , a nome dell’Unione, propose al ministro Rava la creazione del settore femminile dell’Ispettorato dell’industria, che ebbe realizzazione solo nel 1907 con la nomina della prima ispettrice, Santa Gilioli Volonteri.

Nel 1908 rappresentò l’UFN nel consorzio tra questa e l’Umanitaria per il collocamento del personale di servizio, categoria in cui  Nina dedicò gran parte dei suoi studi e del suo tempo.

Rappresentò l’Unione anche nello studio sulla riforma dell’istruzione femminile e, nello stesso anno, fu al Congresso di attività pratica femminile sull’Istruzione professionale e organizzazione delle addette ai lavori domestici.

Nel 1910 ideò un dormitorio-pensione per il personale di servizio, specialmente minorenne, esposto a molti pericoli all’arrivo in città o nei periodi di disoccupazione, e fu maestra di piccoli corsi per le domestiche. Nel 1913 rappresentò l’Unione nella Commissione d’inchiesta sul lavoro femminile a domicilio promossa dal Comitato permanente del lavoro.

Antesignana sostenitrice degli assegni familiari, partecipò, nello stesso anno al Congresso fra le operaie di Bergamo sull’assistenza ed educazione delle donna lavoratrici e al Congresso nazionale della Triplice del lavoro per l’estensione dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni alle lavoratrici domestiche. Nel 1915, a Milano, al Congresso sull’emigrazione minorile, tenne una relazione su La mancata protezione della minorenne che emigra in città per assumere il lavoro domestico. Interventista, nel 1915, N.R.S. si trovò in dissidio profondo con le posizioni pacifiste di Ersilia Bronzini Majno e dal PSI sino a chiedere, nel ’17, la soppressione dell’Avanti! quale organo di disfattismo. Rimase però l’amicizia e la stima personale per la vera fondatrice dell’UFN e dell’Asilo Mariuccia, riscontrabili nel gesto, compiuto sempre nel ’17, di devolvere un contributo alla sezione dei figli dei richiamati al fronte in memoria di Carlotta Majno, una delle figlie di Ersilia, deceduta giovanissima. Nello stesso anno fu nel Comitato promotore del Convegno nazionale femminile tenuto a Roma nel mese di ottobre. Nel dopoguerra fece parte di un Comitato direttivo, assieme a Graziella Sonnino e Ada Treves Segre, di una scuola di riavviamento al lavoro (cucito, rammendo, ricamo, sartoria) per ovviare alla disoccupazione femminile dovuta ai licenziamenti delle donne dagli stabilimenti, essendo il ricollocamento reso più difficile dalla mancanza di preparazione specifica.

Nel 1923 fu affidata all’UFN l’organizzazione di un Convegno per un “intesa con le associazioni femminili” al quale aderirono 31 associazioni. Nina presentò una relazione sulla funzione dell’associazione in attività sociali a carattere apolitico, di fronte ai gruppi femministi iscritti ai partiti politici. Nel ’23, a Roma, al Congresso organizzato dall’UFN, dal Consiglio nazionale delle donne italiane e dal Comitato Pro suffragio, trattò il tema dell’Insegnamento di economia domestica come preparazione del personale di servizio.

Quando, in base alla Riforma scolastica Gentili, le bambine alfabetizzate ospiti dell’Asilo Mariuccia e iscritte alle scuole comunali dovettero scegliere se sottostare o meno all’obbligo dell’istruzione religiosa, il consiglio dell’asilo si divise. N.R.S. assieme a Clara Ferri ed a Vittoria Gabriolo, si schierò con la Majno per l’esonero, secondo la personale convinzione che ognuno doveva essere libero di seguire le pratiche per il proprio culto. Nel 1929, a Berlino, al Congresso dell’Alleanza internazionale per il suffragio e l’azione civile e politica delle donne, relazionava sul tema Delle associazioni lavorative italiane. Fu la sostenitrice, assieme a Lidia Cantoni, dell’assistenza domiciliare sanitaria. Nel ’39 l’UFN veniva messa in liquidazione dal Ministero degli Interni.

Durante la Seconda Guerra Mondiale non volle lasciare l’Italia per quanto infuriassero le persecuzioni antiebraiche; ricercata, venne nascosta e inferma a Tramezzo, Alassio e in altre località.

Morì a Varese in solitudine, poco dopo la Liberazione. Molte sue lettere sono conservate, oltre che nell’Archivio Majno, all’UFN di Milano.

 

(R. Farina, Dizionario biografico delle donne lombarde, Baldini&Castoldi, 1995)

Scritti di Nina Rignano Sullam presenti all’UFN:

  • Che cosa sono i settlements inglesi, in Unione Femminile, aprile 1901;
  • Ispettrici di fabbrica, in Unione Femminile, aprile 1902;
  • Le pensione-dormitorio per il personale femminile di servizio, in Bollettino dell’UFN, luglio 1909;
  • Ufficio di collocamento del personale femminile di servizio, con C. Corbi, in Bollettino dell’UFN, dicembre 1910;

Scritti di Nina Rignano Sullam non presenti all’UFN:

  • Le addette ai lavori domestici, Milano, 1914;
  • Assistenza all’infanzia in Milano e provincia, con G. Ronzoni, Milano, 1926;

Bibliografia

Scritti presenti presso la biblioteca dell’UFN:

  • Buttafuoco, Nina Rignano Sullam, una filantropa politica, in Il Risorgimento. L’impegno al femminile: cinque protagoniste fra politica e cultura, Milano, 1989;
  • Buttafuoco, Le Mariuccine, Milano, 1985;
  • Buttafuoco, Cronache femminili, Arezzo, 1988;
  • Farina, Dizionario biografico delle donne lombarde 568- 1968, Baldini&Castaldi, Milano, 1988;
  • D’Amico , Nina Rignano Sullam nella Milano del primo Novecento : contributi teorici e attività filantropica, tesi di laurea, 2006-2007;

Testi non presenti presso la biblioteca dell’UFN:

  • Alfassio Grimaldi, La cultura milanese e l’Università popolare 1901-1927, Milano, 1983;
  • Lopez, Profili di donne ebree, ne La Nostra Rivista, maggio 1955;